Quarantena Covid lavoratori, verso rifinanziamento come malattia: cosa cambia

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Potrebbe presto tornare l’indennità di malattia per i lavoratori costretti alla quarantena per essere venuti a contatto con una persona ammalata di Covid. Lo ha annunciato il ministro del Lavoro Andrea Orlando che ha spiegato che prima “non c’erano tutte le risorse necessarie ma credo che siano maturate le condizioni perché si usino risorse che erano appostate da altre parti. Siamo sicuramente favorevoli al fatto che la quarantena sia considerata come malattia”. Il ministro ha assicurato che se ne parlerà al prossimo Cdm

Al momento, tutti i dipendenti che non possono lavorare in smart working, come ad esempio operai, magazzinieri e ristoratori, non hanno diritto ad alcuna indennità se devono rimanere a casa in isolamento per aver avuto contatti con positivi al coronavirus

Il lavoratore, che deve andare in quarantena, dal 2021 deve ricorrere alle ferie o a eventuali permessi o subire un taglio dello stipendio che può essere pari a diverse centinaia di euro

Esauriti i 663 milioni stanziati dal governo nel 2020, nel 2021 non sono stati messi da parte altri soldi eccetto i 283 milioni destinati ai lavoratori fragili, ma solo fino al 30 giugno

Così, se un lavoratore è viene contatto con un positivo al coronavirus, dovrà stare in isolamento per 10 o 7 giorni (se vaccinato) e se non potrà lavorare da casa non avrà diritto ad alcuna indennità dall’Inps

L’indennità non è più riconosciuta a partire da gennaio 2021, numeri ufficiali sulle quarantene non ce ne sono, ma saremo nell’ordine delle centinaia di migliaia, visto che nel primo semestre 2021 sono stati presentati quasi 12,5 milioni di certificati di malattia

Il governo adesso è intenzionato a intervenire sul tema, ma non è chiaro quanto sia pronto a stanziare. C’è poi il rischio che ripristinando i finanziamenti qualcuno ne approfitti invocando la quarantena anche se non necessaria. Sono le autorità sanitarie a decidere chi deve stare in isolamento e, in base a questo provvedimento, il medico di famiglia rilascia il certificato da inviare al datore di lavoro. Il sistema di tracciamento dovrebbe stanare i furbetti

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