Anche lui, come la consorte, è positivo e dunque non può lasciare la quarantena domiciliare a cui è sottoposto assieme alle tre figlie piccole della coppia. È dunque in attesa di poter abbracciare l’ultimo nato e soprattutto di rivedere la compagna di vita sana e salva.
“Siamo risultati positivi lo scorso 18 agosto”, racconta Alfonso Vozza, “ma al pronto soccorso dell’ospedale di Caserta ci hanno rimandato a casa, dicendo potevamo curarci presso il nostro domicilio.
Ciò, nonostante mia moglie fosse all’ottavo mese e mezzo di gravidanza”. Pochi giorni dopo, le condizioni sono iniziate a peggiorare e sono iniziati anche i primi problemi. “Ore a telefono per far arrivare un’ambulanza, non sapevano neanche loro cosa fare. Alla fine, per fortuna, è intervenuto il sindaco, e finalmente si è mosso qualcosa e mia moglie è stata portata al Policlinico a Napoli”.
Fonte FanPage.it
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