La circolare precisa come per tali fasce prioritarie si debba in realtà parlare di “dose addizionale”: per questi soggetti si tratta infatti di una dose aggiuntiva a completamento del ciclo vaccinale primario di 2 dosi, per raggiungere un adeguato livello di risposta immunitaria. Si somministrerà almeno dopo 28 giorni dalla seconda, e il prima possibile se tale lasso di tempo è già trascorso
La circolare distingue dunque la addizionale dalla dose “booster”: in quest’ultimo caso la platea di riferimento non sono i soggetti particolarmente fragili per i quali si è evidenziata una minore risposta al vaccino, bensì le fasce che hanno avuto una risposta immunitaria adeguata dopo il primo ciclo ma che a distanza di tempo hanno comunque bisogno di una dose di rinforzo a fronte del calo di copertura immunitaria che, secondo vari studi, si determina per i vaccini anti-Covid dopo 6-9 mesi
“Indicazioni preliminari sulla somministrazione di dosi addizionali e di dosi ‘booster’ nell’ambito della campagna di vaccinazione anti SARS-CoV-2/COVID-19″, è il titolo della circolare pubblicata
Si parte con una dose “addizionale”, per le persone sottoposte a trapianto di organo solido o con marcata compromissione della risposta immunitaria per cause legate alla patologia di base (ad esempio i malati di Aids) o a trattamenti farmacologici e che abbiano già completato il ciclo vaccinale primario, i quali “mostrano un significativo beneficio, in termini di risposta immunitaria, a seguito della somministrazione di una dose aggiuntiva di vaccino”
Oltre ai trapiantati o in attesa di trapianto, questa dose è prevista per: patologia oncologica o onco-ematologica in trattamento con farmaci immunosoppressivi, mielosoppressivi o a meno di 6 mesi dalla sospensione delle cure
La dose è indicata anche per chi soffre di immunodeficienze primitive (es. sindrome di DiGeorge, sindrome di Wiskott-Aldrich, immunodeficienza comune variabile etc.); immunodeficienze secondarie a trattamento farmacologico (es: terapia corticosteroidea ad alto dosaggio protratta nel tempo, farmaci immunosoppressori, farmaci biologici con rilevante impatto sulla funzionalità del sistema immunitario etc.)
Sempre nella circolare si evince come la terza inoculazione sia prioritaria per chi è in dialisi o soffre di insufficienza renale cronica grave; – pregressa splenectomia; sindrome da immunodeficienza acquisita (AIDS) con conta dei linfociti T CD4+ (200cellule/l o sulla base di giudizio clinico)
Per questi soggetti verrà utilizzato il vaccino Pfizer sopra i 12 anni, e Moderna sopra i 18 (in base alle valutazioni dell’Aifa)
La terza dose definita “booster” è dunque prevista anche come “dose di richiamo dopo il completamento del ciclo vaccinale primario, a distanza di un determinato intervallo temporale, somministrata al fine di mantenere nel tempo o ripristinare un adeguato livello di risposta immunitaria”
In particolare è destinata a “popolazioni connotate da un alto rischio, per condizioni di fragilità che si associano allo sviluppo di malattia grave, o addirittura fatale, o per esposizione professionale”. La dose booster verrà somministrata dopo almeno 6 mesi dall’ultima inoculazione
Tuttavia questo gruppo verrà definito meglio successivamente: la circolare chiarisce esplicitamente che “al momento, in base alle indicazioni del Cts, si considera prioritaria la somministrazione della dose addizionale nei soggetti trapiantati e immunocompromessi”
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