Una vasta operazione dei carabinieri del Comando Provinciale di Salerno, coordinata dalla locale Direzione distrettuale antimafia, ha portato oggi, 23 settembre, a sgominare un’intera organizzazione dedita allo spaccio di sostanze stupefacenti nell’Agro Nocerino-Sarnese e, in general, in tutto il Salernitano: 56 gli arresti compiuti dai militari dell’Arma; per 35 di loro si sono aperte le porte del carcere, mentre gli altri sono stati sottoposti agli arresti domiciliari con le accuse di associazione per delinquere finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti, detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti e detenzione abusiva di armi clandestine.
L’organizzazione sgominata oggi, come hanno accertato gli inquirenti, si avvaleva di sofisticati sistemi per eludere la sorveglianza delle forze dell’ordine: il gruppo si serviva anche di un’ambulanza – con la complicità del suo autista, anche lui tra gli arrestati – con la quale veniva consegnata la sostanza stupefacente, nonostante a bordo ci fossero gli ignari pazienti, bisognosi di cure, come nel caso di un uomo dializzato.
Il clan Gionta di Torre Annunziata tra i fornitori del gruppo
L’operazione, denominata “Delizia”, (dall’attività commerciale, “delicious”, di proprietà del capo promotore del sodalizio e della consorte, vera e propria base logistica per le condotte criminose), ha visto impegnati oltre 350 Carabinieri supportati da elicotteri, unità cinofile e squadre dell’organizzazione mobile e si è svolta nelle province di Salerno e Napoli ed è partita nel mese di settembre del 2020 grazie alle indagini della Dda di Salerno e dei carabinieri della Tenenza di Pagani.
Il gruppo criminale, che come detto operava nel Salernitano, si serviva per l’approvvigionamento della sostanza stupefacente di sodalizi camorristici egemoni non soltanto sul territorio, ma anche nel Napoletano: la droga veniva infatti acquistata anche dal clan Gionta di Torre Annunziata.
Per eludere eventuali controlli, inoltre, il gruppo adottava anche particolari precauzioni per le comunicazioni, servendosi di canali telematici criptati e evitando l’utilizzo dei telefoni. Come appurato dagli inquirenti, lo spaccio di stupefacenti fruttava all’organizzazione criminale un volume di affari di 5 milioni di euro all’anno.
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