Il limite delle 48 ore
Nella prima versione del Dpcm sui controlli era specificato che, per motivi organizzativi, come ad esempio la pianificazione dei turni, il datore di lavoro poteva richiedere il Green Pass con un limite temporale di 48 ore di anticipo rispetto all’orario di entrata in servizio del dipendente.
La verifica anticipata della validità del Green Pass consente di intercettare i lavoratori sprovvisti della certificazione verde e quindi di organizzare la giornata lavorativa e i turni. Il limite delle 48 ore rappresentava invece una tutela per i lavoratori non vaccinati, che ottengono il Green Pass dopo il tampone.
Green Pass obbligatorio a lavoro
Come comunicato dall’Ansa, nella versione definitiva del testo del decreto salta il limite delle 48 ore. Questo significa che i datori di lavoro potranno richiedere la certificazione verde in anticipo e senza un limite di tempo. Questo significa che il datore di lavoro può richiedere la verifica del Green Pass anche quattro o cinque giorni prima l’entrata in servizio del dipendente.
Le polemiche
La modifica al testo ovviamente ha scatenato le polemiche. La cancellazione del limite temporale delle 48 ore potrebbe complicare ulteriormente la vita ai dipendenti non vaccinati che quindi potrebbero dover fare un tampone aggiuntivo per ottenere il Green Pass senza il quale non possono recarsi a lavoro.
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