Fabrizio Castori cinque mesi fa, all’alba della vittoria del campionato era un intoccabile. L’uomo del miracolo sportivo, il condottiero senza macchia capace di rendere il gruppo -squadra e portarlo in serie A sovvertendo pronostici e giudizi. Le prime otto giornate di campionato in massima serie: 6 sconfitte, un pareggio ed una vittoria segnano l’addio tra il trainer e la squadra granata
Otto giornate in cui la squadra, al di là della partita di Torino, ha sempre giocato con impegno e dedizione anche se spesso durava soltanto un tempo. Tante le motivazioni per decifrare questi cali nei secondi tempi anche se la sensazione è che il destino di Castori era scritto da tempo.
Era stato proprio Marchetti, in Tv, a dire il 27 settembre dopo il ko di Reggio Emilia con il Sassuolo: “Sono sicuro di una cosa che se il mister dovesse rendersi conto di non poter andare più avanti sarebbe lui a fare un passo indietro“.
In quella occasione Marchetti attaccò anche Simy. Qualche giorno dopo Castori smentì l’ipotesi di un passo indietro, davanti a risultati ancora negativi e difese Simy ribadendo più volte che i ‘panni sporchi si lavano in famiglia‘. Evidentemente Castori della famiglia già non faceva più parte e, dopo il ko con lo Spezia, è arrivato il benservito.
Ultimo posto in classifica, sconfitta a Bologna, con la Roma a Torino con l’Atalanta in casa. Pari con il Verona, ko col Sassuolo e vittoria con il Genoa prima del nuovo tonfo al Picco di La Spezia.
Castori paga per tutti ma non è l’unico responsabile. Aveva anche cambiato modulo passando alla difesa a quattro con un organico in cui spiccano molti calciatori poco adatti a disputare un torneo di Serie A.
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