Dettagli che sconfessano sia la pista dell’omicidio che quella del suicidio, avvalorando la tesi della caduta accidentale. Intanto Antonio Capasso resta indagato per il reato di istigazione al suicidio.
E’ sempre molto difficile ricostruire le morti da caduta. Ma nel caso di Dora, l’analisi dattiloscopica delle impronte presenti sul parapetto e l’esame della posizione in cui è stato rinvenuto il suo corpo, potranno essere dirimenti. Stando ad indiscrezioni, sui 2 metri e mezzo di balaustra repertati dai RIS di Roma, sarebbe stata isolata l’impronta di una mano di Dora.
Antonio Capasso, in proposito, ha raccontato che la stessa si sarebbe appoggiata sulla lamiera prima di cadere. Ma cerchiamo di ricostruire l’accaduto. A notte fonda Dora, prima di cadere nel vuoto, sarebbe uscita completamente nuda sul balcone, con addosso soltanto gli orecchini e il braccialetto a forma di cuore, ma senza le batterie per l’udito.
Antonio racconta di aver avuto una discussione con la fidanzata, al rientro da una serata trascorsa con amici, che sarebbe degenerata in suicidio, nonostante ci fosse stato un tentativo di impedirle di gettarsi nel vuoto. Alle 2:27 del 9 ottobre Capasso chiama i soccorritori del 118 ma Dora, già priva di coscienza, morirà poco più di 2 ore dopo in ospedale.
La pozza d’acqua e il farmaco antivertiginico
Durante la lite con il fidanzato, in base alla ricostruzione criminodinamica, Dora esce sul balcone al quarto piano del palazzo di via Di Giura, piove a dirotto ed è buio. Tra la porta finestra e il pavimento c’è un gradino alto circa 30 cm. Dalle immagini girate dagli inquirenti sul balcone, il giorno successivo alla tragedia, era sempre presente una pozza d’acqua ristagnante tra la porta finestra e il parapetto. E’ possibile che Dora, scalza, in piena notte, durante un’accesa discussione, sia involontariamente scivolata nella pozzanghera e poi, aggrappandosi alla balaustra, non sia riuscita a salvarsi? L’ipotesi appare verosimile.
Durante l’attività di sopralluogo, gli inquirenti hanno sequestrato nella mansarda un farmaco antivertiginico che assumeva in compresse quando i suoi problemi di udito le causavano perdite di equilibrio e difficoltà di coordinazione dei movimenti. E’ possibile che quella notte sia stata colpita da una sindrome vertiginosa? Tutto questo renderebbe verosimile ritenere che possa essersi trattato di un incidente. Perchè il fidanzato parla, allora, di suicidio? Gli inquirenti sperano di trovare informazioni utili dal telefono cellulare e dal tablet di Dora.
Forse parla di suicidio perché non gli è venuta in mente l’ipotesi dell’incidente qui illustrata