In questi ultimi mesi, i legali di “Difesa Consumatori e Contribuenti” hanno ottenuto dai Tribunali importanti sentenze che stanno sancendo nuovi principi di diritto nell’annullamento delle cartelle esattoriali: le cartelle sono nulle se non giustificano chiaramente le modalità di calcolo di interessi e sanzioni.
Lo spiega il responsabile legale dell’associazione, Avv. Cristiano Ceriello, procuratore nelle ultime sentenze del Tribunale del Lavoro che, appunto, hanno sancito (sentenze n.ro 2247 del 12.11.2021 e n.ro 2374 del 26.11.2021) come siano nulle le cartelle se non vengano precisate chiaramente le modalità di calcolo di interessi e sanzioni.
“La cartella esattoriale, quando essa non sia stata preceduta da un avviso di accertamento, deve essere motivata in modo congruo, sufficiente ed intellegibile, tale obbligo derivando dai principi di carattere generale indicati, per ogni provvedimento amministrativo, dall’art.3 della legge 241 del 1990 e recepiti, per la materia tributaria, dall’art.7 della legge n.212 del 2000” (c.d. “Statuto dei diritti del contribuente”).
Nel caso che occupa, mancando l’indicazione del tasso e del metodo di calcolo, i contribuenti non sono stati posti nella condizione di controllare la correttezza del calcolo degli interessi operato dall’agenzia sulla base della somma dovuta a titolo di pagamento di contributi previdenziali . Essi, infatti non avevano contezza alcuna del tasso e del metodo di calcolo, sicché avrebbero dovuto attingere aliunde a nozioni giuridiche per ricostruire il metodo seguito dall’ufficio.
La conclusione, pertanto non può che essere l’annullamento della cartella in accoglimento della riferita eccezione di nullità della cartella di pagamento per vizi attinenti alla mancata indicazione del tasso e del metodo di calcolo degli interessi”.
Non sono principi da poco quelli ottenuti, ma novità che potrebbero portare se recepiti sempre di più da altri Magistrati, all’annullamento di centinaia di migliaia di cartelle esattoriali. Difesa Consumatori e Contribuenti, continua quindi la sua battaglia nella contestazione delle cartelle esattoriali e dei vizi delle stesse. Attività di cui l’associazione di occupa da anni, nel 2016 dai legali furono sgravati oltre 5 milioni di euro tra cartelle e atti esattoriali in favore dei contribuenti.
È importante, conclude l’avv. Ceriello, che i contribuenti sappiano come opporsi è un diritto e, ancora, evidenziare che oramai sempre più Corti rilevano tutti i vizi e nullità delle cartelle esattoriali che hanno ripreso ad essere notificate ai contribuenti dal primo settembre 2021.
ai fini di corretta informazione andrebbe chiarito che l’eventuale annullamento per simili motivi della cartella non annulla definitivamente il debito essendoci, in tal caso, la possibilità per l’agente di rinotificarla … quindi 1) le tasse / contributi / multe vanno pagate da tutti (la maggior parte sono finti nullatenenti o società aperte e chiuse a mò di stillicidio o persone che si sono già avvantaggiate del colpevole ritardo di equitalia tale da beneficiare della prescrizione) ; 2) per chi è in buona fede: non credete che far annullare le cartelle significa definitivamente non pagare il debito; 3) opporle solo ed esclusivamente per motivi che le annullano definitivamente perchè, diversamente, chi ci rimette è solo la giustizia (e gli utenti, nella specie i tanti lavoratori che subiscono ritardi nelle loro sentenze a causa di ingolfamento) e gli altri cittadini che sostengono i costi della giustizia e i costi di eventuale soccombenza (l’agenzia delle entrate da qualche altra parte dovrà recuperare i soldi.
in sintesi un pò di buon senso da parte di tutti….