TRACCIAMENTO – Attività essenziale è quella di contact tracing (tracciamento dei contatti), ossia la ricerca e la gestione dei contatti di un soggetto positivo. Si punta a isolarli dal resto della popolazione e interrompere la catena di trasmissione del virus. Il tracciamento è particolarmente importante nei momenti di diffusione di un nuovo ceppo di virus, come sta succedendo adesso con la variante Omicron
Bisogna innanzitutto definire quando si rientra nella categoria dei “contatti” di un positivo al Covid. Si tratta di chiunque sia stato esposto a un caso probabile o confermato di infezione, dalle 48 ore prima dell’inizio dei sintomi (o dalla raccolta del campione di virus per gli asintomatici) ai 14 giorni successivi, o comunque fino al momento della diagnosi e dell’isolamento della persona positiva. I contatti possono essere “stretti”, e quindi ad alto rischio, oppure a “basso rischio”
CONTATTI STRETTI – Si rientra nei contatti stretti quando si convive con il soggetto risultato positivo, quando si ha avuto un contatto fisico diretto con questo (basta una stretta di mano), quando si è venuti a contatto con le sue secrezioni (ad esempio toccando un suo fazzoletto a mani nude) o quando si è stati nelle sue vicinanze a distanza inferiore di 2 metri e per almeno 15 minuti
Contatto stretto è anche chi è stato nello stesso ambiente di un caso Covid senza dispositivi di protezione idonei e chi ha viaggiato su un qualsiasi mezzo di trasporto a distanza non superiore a due posti da un caso di Covid. Così anche gli operatori sanitari che hanno fornito assistenza a soggetti positivi, il personale di laboratorio che ha manipolato i campioni di un caso Covid senza dispositivi di protezione (o con dispositivi non idonei) e tutto il personale del trasporto pubblico che ha lavorato nella sezione di viaggio dove si trovava la persona positiva
In ogni caso, si può essere considerati contatti stretti dagli operatori sanitari che si occupano del tracciamento, sulla base di valutazioni individuali del rischio. I contatti stretti di un caso confermato Covid devono allertare il proprio medico, che avviserà o fornirà tutte le indicazioni per contattare il Dipartimento di prevenzione della Asl o Ats competente per territorio che disporrà la quarantena e la sorveglianza
CONTATTI A BASSO RISCHIO – Contatto a basso rischio è chi ha avuto un incontro faccia a faccia con un soggetto positivo, se a distanza inferiore a due metri e per meno di 15 minuti, e chi è stato in un ambiente chiuso o ha viaggiato con un caso Covid per meno di 15 minuti
Rientrano in questa casistica anche gli operatori sanitari e gli altri cittadini che hanno prestato assistenza a un positivo, così come il personale di laboratorio che manipola i campioni di un caso Covid (anche se fornito di protezione adeguata) e i passeggeri e il personale di trasporto che hanno viaggiato insieme a un positivo e non rientrano nei casi stretti
COSA FARE IN CASO DI CONTATTO CON UN POSITIVO – In caso di contatto con una persona risultata positiva al Covid è necessario limitare al massimo le proprie interazioni con il resto della cittadinanza. Si parla di quarantena, isolamento e sorveglianza attiva
ISOLAMENTO E SORVEGLIANZA ATTIVA – L’isolamento è il periodo in cui una persona positiva si separa dal resto dei cittadini. La sorveglianza attiva è invece la misura con cui la sanità pubblica provvede a contattare quotidianamente la persona sorvegliata, per avere notizie sul suo stato di salute
QUARANTENA – La quarantena riguarda i contatti stretti sani che sono stati esposti a un caso Covid. Le regole che si applicano non sono però le stesse per i contatti vaccinati e quelli che non lo sono
LA QUARANTENA PER I CONTATTI STRETTI VACCINATI – Chi è vaccinato con ciclo completo contro il Covid da almeno 14 giorni e risulta essere un contatto stretto di un positivo deve rimanere in quarantena per 7 giorni dalla data del contatto. In seguito, deve sottoporsi a tampone – antigenico oppure molecolare – e in caso di esito negativo cadono i limiti alla sua vita sociale e ai suoi spostamenti
Se non si effettua, per qualsiasi motivo, un tampone al settimo giorno, la quarantena dura 14 giorni. Al termine di questo periodo si è considerati liberi anche in mancanza di test negativo. In nessun caso è consentito interrompere la quarantena prima del settimo giorno, nemmeno se nel frattempo ci si è sottoposti a tampone risultato negativo
LA QUARANTENA PER I CONTATTI A BASSO RISCHIO VACCINATI – Non è prevista quarantena per i contatti a basso rischio di un soggetto Covid, che abbiano completato il ciclo vaccinale e che siano asintomatici
LA QUARANTENA PER I CONTATTI STRETTI NON VACCINATI – Il periodo di quarantena per i contatti stretti di un positivo sale a 10 giorni nei casi di persone non immunizzate. Resta valida la regola di sottoporsi a test – molecolare o antigenico – terminato il periodo di isolamento obbligatorio. Se risulta negativo, cade l’obbligo di quarantena. Nel caso in cui non si effettui un test, la quarantena dura 14 giorni e finisce anche in assenza di esito negativo al termine del periodo di riferimento
LA QUARANTENA PER I CONTATTI A BASSO RISCHIO NON VACCINATI – In caso di contatti a basso rischio non vaccinati ma asintomatici, la regola è la stessa di quella valida per gli immunizzati: nessuna quarantena
LA FINE DELLA QUARANTENA E IL RIENTRO A LAVORO – Terminato il periodo di quarantena, se si è asintomatici e negativi al coronavirus, o se sono trascorse in ogni caso due settimane dal contatto con il caso Covid, è permesso tornare a lavoro. Nel caso in cui, durante la quarantena, si sviluppino sintomi, bisogna avvisare il Dipartimento di Sanità Pubblica che provvederà all’esecuzione di un tampone. Se questo è positivo, per il rientro a lavoro occorre aspettare la guarigione clinica ed effettuare un test molecolare, almeno dopo 3 giorni senza sintomi
COSA FARE SE RISULTO POSITIVO – Se si risulta positivi al Covid, sia in caso di tampone in seguito a contatto che in caso di test volontario, bisogna entrare in isolamento di almeno 10 giorni. Se si è asintomatici, al decimo giorno dal tampone positivo ci si sottopone di nuovo a test. Se risulta negativo, l’isolamento si interrompe
In caso di positività sintomatica, si potrà rientrare in comunità dopo un periodo di isolamento di almeno 10 giorni dalla comparsa dei sintomi accompagnato da un test molecolare o antigenico con riscontro negativo eseguito dopo almeno 3 giorni senza sintomi (non considerando le alterazioni dell’olfatto e del gusto)
LA QUARANTENA A SCUOLA – Regole specifiche valgono per i casi di positività riscontrati a scuola, al fine di tutelare la didattica in presenza e limitare al massimo il ricorso di quella a distanza. Nelle classi frequentate da alunni da 0 a 6 anni ci si sottopone a tampone e si entra tutti in quarantena per 10 giorni alla scoperta del primo caso Covid. Al termine di questo periodo è necessario effettuare di nuovo un test
Nelle classi frequentate da alunni di età superiore ai 6 anni, alla scoperta di un caso positivo tutti – docenti compresi – devono sottoporsi a test. Se è negativo, si può tornare in aula. In ogni caso, dopo cinque giorni è necessario un altro tampone
Qualora i casi di positività nella stessa classe siano due, tutti i ragazzi e i docenti vaccinati o guariti da non più di sei mesi sono tenuti a osservare un periodo di sorveglianza attiva e a sottoporsi a un primo tampone immediatamente dopo la conferma delle positività. Dopo cinque giorni, sarà il momento di un nuovo test. Chi non è vaccinato o guarito entra in quarantena per dieci giorni, qualunque sia il risultato del primo tampone. La stessa regola si applica nelle scuole primarie di primo grado
Sei i casi in una classe salgono a tre, docenti e alunni entrano in quarantena per sette giorni se vaccinati e per dieci giorni se non vaccinati
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