Iss: rischio intensive è 25,7 volte maggiore per no-vax rispetto a chi ha 3 dosi

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Il rischio di terapia intensiva per i positivi al Covid non vaccinati è 25,7 volte maggiore rispetto a chi ha ricevuto la terza dose, mentre il rischio di morte è 26,2 volte più alto. Nei soggetti vaccinati con dose aggiuntiva/booster, l’efficacia nel prevenire la diagnosi e i casi di malattia severa è pari rispettivamente al 75% e al 97,8%. È quanto emerge dall’ultimo aggiornamento del report esteso dell’Istituto superiore di sanità sull’epidemia di Coronavirus in Italia

Nel report si legge che il tasso di ricovero nelle terapie intensive è pari a 23,1 ogni 100mila abitanti per i non vaccinati, a 1,5 ogni 100mila per i vaccinati da oltre 120 giorni, a 1 ogni 100mila per i vaccinati da meno di 120 giorni, a 0,9 ogni 100mila per i vaccinati con la dose booster

Per quanto riguarda il rischio relativo di ricovero in terapia intensiva, è 15,4 volte maggiore per i non vaccinati rispetto ai vaccinati con ciclo completo da più di 120 giorni; è 23,1 volte maggiore per i non vaccinati rispetto ai vaccinati con ciclo completo da meno di 120 giorni; è 25,7 volte maggiore per i non vaccinati rispetto ai vaccinati con dose aggiuntiva/booster

I dati sulla terapia intensiva si riferiscono al periodo tra il 12 novembre e il 12 dicembre 2021. L’Iss sottolinea sia necessario tenere conto del fatto che “la somministrazione della dose aggiuntiva/booster è iniziata recentemente e nella prima fase ha coinvolto principalmente solo le categorie maggiormente a rischio

Per quanto riguarda i decessi, prendendo in considerazione il periodo dal 5 novembre al 5 dicembre 2021, il tasso è pari a 34 ogni 100mila abitanti per i non vaccinati, a 4,1 ogni 100mila per i vaccinati da oltre 120 giorni, a 3 ogni 100mila per i vaccinati da meno di 120 giorni, a 1,3 ogni 100mila per i vaccinati con la dose booster 

Il rischio relativo di morte è 8,3 volte maggiore per i non vaccinati rispetto ai vaccinati con ciclo completo da più di 120 giorni; è 11,3 volte maggiore per i non vaccinati rispetto ai vaccinati con ciclo completo da meno di 120 giorni; è 26,2 volte maggiore per i non vaccinati rispetto ai vaccinati con dose aggiuntiva/booster

Passando ai ricoveri ordinari, considerando il periodo dal 12 novembre al 12 dicembre 2021, il tasso è pari a 172,4 ogni 100mila abitanti per i non vaccinati, a 22,3 ogni 100mila per i vaccinati da oltre 120 giorni, a 13,7 ogni 100mila per i vaccinati da meno di 120 giorni, a 8,8 ogni 100mila per i vaccinati con la dose booster

Il rischio relativo di ricovero è 7,7 volte maggiore per i non vaccinati rispetto ai vaccinati con ciclo completo da più di 120 giorni; è 12,6 volte maggiore per i non vaccinati rispetto ai vaccinati con ciclo completo da meno di 120 giorni; è 19,6 volte maggiore per i non vaccinati rispetto ai vaccinati con dose aggiuntiva/booster

Infine, le diagnosi: considerando il periodo dal 26 novembre al 26 dicembre 2021, il tasso è pari a 3.569,4 ogni 100mila abitanti per i non vaccinati, a 2.284,4 ogni 100mila per i vaccinati da oltre 120 giorni, a 1.330,9 ogni 100mila per i vaccinati da meno di 120 giorni, a 1.695,5 ogni 100mila per i vaccinati con la dose booster

Il rischio relativo di contagio è 1,6 volte maggiore per i non vaccinati rispetto ai vaccinati con ciclo completo da più di 120 giorni; è 2,7 volte maggiore per i non vaccinati rispetto ai vaccinati con ciclo completo da meno di 120 giorni; è 2,1 volte maggiore per i non vaccinati rispetto ai vaccinati con dose aggiuntiva/booster

Il divario tra non vaccinati e vaccinati con terza dose risulta ancora più ampio se si considera la fascia degli over 80: il tasso di ospedalizzazione per i non vaccinati (712,7 ricoveri per 100mila) è circa 42 volte più alto rispetto ai vaccinati con dose aggiuntiva/booster (17,0 per 100mila); il tasso di ricoveri in terapia intensiva (38,5 per 100mila) è circa 48 volte più alto rispetto a chi ha la terza dose (0,8 per 100mila); il tasso di decesso (266,6 per 100mila) è circa 74 volte più alto rispetto ai vaccinati con dose aggiuntiva/booster (3,6 per 100mila)

Considerando le stime dell’efficacia del vaccino, nel prevenire i casi di COVID-19 è del 77,6% nei vaccinati con ciclo completo entro 90 giorni, del 64,5% tra i 90 e 120 giorni dal completamento del ciclo vaccinale, del 41,6% oltre i 120 giorni, del 75% con la dose booster. Nel prevenire la malattia severa, invece, l’efficacia è del 95,7% nei vaccinati con ciclo completo entro 90 giorni, del 93% tra i 90 e 120 giorni, dell’88,8% oltre i 120 giorni, del 97,8% con la terza dose

Nel report si legge che nel periodo 20 dicembre 2021 – 2 gennaio 2022 la variante Delta è ancora predominante in Italia, “ma la diffusione della variante Omicron è in rapido aumento”. In questo arco di tempo sono stati segnalati in tutto 934.886 nuovi casi, di cui 721 deceduti. Per l’undicesima settimana consecutiva, si conferma “un aumento rapido e generalizzato del numero di nuovi casi”. L’incidenza settimanale sale a 1.098 casi per 100mila abitanti (era 429)

La fascia di età che registra il più alto tasso di incidenza settimanale è 20-29 anni, con un’incidenza pari a 2.144 casi per 100mila abitanti, in aumento rispetto alla settimana precedente. Al momento, l’incidenza più bassa si rileva nelle fasce di età superiori agli 80 anni (302 x 100mila abitanti), che presentano anche una maggiore copertura vaccinale sia con ciclo completo sia con dose di richiamo. L’età mediana dei soggetti che hanno contratto l’infezione da virus SARS-CoV-2 nel periodo in esame è pari a 35 anni, in diminuzione rispetto alla scorsa settimana

valori di Rt stimati più recenti sono: Rt sintomi= 1,41 al 22 dicembre 2021, Rt ospedalizzazioni= 1,30 al 28 dicembre 2021, Rt augmented= 1,83 al 28 dicembre 2021. In aumento da due settimane la percentuale di casi tra operatori sanitari rispetto al resto della popolazione

Dal 24 agosto 2021 al 5 gennaio 2022, “sono stati segnalati 36.082 casi di reinfezioni, pari a 2% del totale dei casi notificati. Nell’ultima settimana si osserva un aumento della percentuale di reinfezioni, che sale al 3,1% del totale dei casi segnalati rispetto al 2,4% della settimana precedente. I dati si riferiscono principalmente alla circolazione della variante Delta. La probabilità di contrarre una reinfezione risulta più elevata nei non vaccinati rispetto ai vaccinati con almeno una dose e negli operatori sanitari rispetto al resto della popolazione”

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