Dall’altra la circolare congiunta dei ministeri della Salute e dell’Istruzione che dispone per i bambini delle elementari, nei casi in cui è prevista la dad, anche la quarantena, senza distinzioni. Nel mezzo tutte quelle famiglie che hanno fatto vaccinare responsabilmente i loro bambini e che ora si sentono beffate da un provvedimento che le penalizza.
Il tema è sempre più attuale con la crescita dei casi di positività riscontrati nelle classi e ai bambini tra i 5 e gli 11 anni che hanno completato il ciclo vaccinale vanno aggiunti tutti i bambini guariti di recente (anche i più piccoli) spesso reduci già da settimane e settimane di isolamento.
La situazione è paradossale, perché quegli stessi bambini vaccinati o guariti, se si trovassero a contatto con un positivo, stando a quanto afferma il decreto, non sarebbero soggetti a quella quarantena a cui li condanna invece il contatto in ambito scolastico.
Interpellato sull’argomento a Timeline su Sky TG24, il sottosegretaro alla Salute Sileri difende la norma: “Tra i 5 e gli 11 anni ad aver completato il ciclo vaccinale è una piccola percentuale”, è giusto dunque che la regola “sia diversa rispetto a una popolazione maggiormente vaccinata”.
Lo stesso Sileri non esclude però che le norme possano cambiare nel momento in cui il numero di vaccinati salirà: “Con l’incremento delle vaccinazioni – dice vi sarà un allentamento delle misure.
In favore di un adeguamento delle norme si era espresso a Timeline su Sky TG24 anche Fabrizio Pregliasco, virologo dell’Università di Milano e membro del Cts della Lombardia: “Nei bambini vaccinati con due dosi “stiamo vedendo i dati che ci confermano ottimi livelli di protezione, questo è uno degli aspetti che andrebbe un po’ rivisto”.
La scelta di far fare la quarantena anche ai bambini vaccinati in caso di contatti con positivi “è stata fatta in modo cautelativo rispetto alla sfida complessiva di apertura delle scuole”, “è stato buttare la palla in avanti e ora si tratta di organizzare, anche questo è sulle spalle di tutti, dei genitori e dei bimbi stessi, che spesso sono anche più attenti dei grandi o degli adolescenti”.
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