Per gli alunni e le classi in quarantena nelle ultime settimane è stato, quindi, arduo praticare la didattica a distanza. “Il nostro rammarico – ci scrivono – è che, dopo quasi due anni, durante i quali tutti a vario titolo abbiamo collaborato e ci siamo ripartiti il carico per limitare al massimo i danni di una situazione emergenziale (che ci ha colti del tutto impreparati), ci ritroviamo nel febbraio 2022 sotto le macerie di un castello di burocrazia, sintetizzabile in uno scaricabarile di responsabilità tra la dirigenza scolastica e l’amministrazione comunale”.
A subire le conseguenze del corto circuito del mondo della scuola, sono come sempre gli alunni, di età compresa tra i 6 e i 10 anni, in questo caso, e gli insegnanti che cercano di “arrangiarsi” pure con mezzi propri per riuscire a garantire le lezioni ai ragazzi. Il problema sollevato dai rappresentanti della scuola di Coperchia è purtroppo comune anche ad altri istituti, logica conseguenza dell’assenza di investimenti mirati nelle misure adottate dal governo per adattare le scuole alla svolta digitale accelerata dall’emergenza sanitaria.
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