In tanti sprechiamo, in troppi hanno fame (di Tony Ardito)

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Il 5 febbraio si è celebrata la Giornata nazionale di Prevenzione dello spreco alimentare, una iniziativa che dal 2014 cerca di sensibilizzare l’opinione pubblica su un tema assai delicato. La ricorrenza si connette alla Giornata internazionale della Consapevolezza sugli sprechi e le perdite Alimentari, istituita dalla FAO e celebrata in tutto il mondo il 29 settembre.

Mentre quasi il 40% del cibo totale prodotto nel mondo viene buttato, tre miliardi di esseri umani non possono permettersi un pasto sano ogni giorno, e 250 milioni di persone sono affamate. Bisogna dire che al cibo sprecato si aggiunge quello perso; fattispecie a cui vanno ascritti gli alimenti che non raggiungono le nostre case ma vengono buttati dopo essere stati raccolti (o macellati, nel caso della carne).

Secondo le stime FAO del 2019, circa il 14% del cibo totale prodotto viene appunto perso per strada, diventando immangiabile prima di finire nei nostri piatti.

Se solo riuscissimo a evitare lo spreco, potremmo sfamare una persona in più ogni quattro. Proviamo a pensare per un attimo a cosa potrebbe significare per intere aree del pianeta un minimo di attenzione nel nostro agire quotidiano dentro e fuori le mura domestiche.

Nel 2015 gli Stati membri dell’ONU hanno redatto 17 obiettivi di sviluppo sostenibile, inserendoli all’interno dell’Agenda 2030: il punto 12.3 guarda in modo specifico alla produzione sostenibile del cibo, ed entro il 2030 mira anche “a dimezzare lo spreco alimentare globale pro-capite a livello di vendita al dettaglio e dei consumatori e ridurre le perdite di cibo durante le catene di produzione e di fornitura, comprese le perdite del post-raccolto”.

Nello specifico, nel nostro Paese il Covid ha sortito qualche involontario effetto positivo. Secondo il Waste Watcher International Observatory, nel 2020 sono stati buttati 27 chili di cibo a testa, contro i quasi 31 chili del 2019, segnando una riduzione dello spreco di quasi il 12%.

Una buona notizia, che potrebbe tuttavia più essere frutto di un momentaneo cambiamento delle abitudini degli italiani anziché di una reale trasformazione.

Come sostengono coloro che combattono a vario titolo la battaglia contro lo spreco, “è difficile convincere le persone che abbiamo questo problema”. Ma è quanto mai necessario: la consapevolezza e il desiderio di cambiamento, così come accade per le questioni legate alla crisi climatica, devono partire da ogni singolo.

di Tony Ardito

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