Covid: San Matteo Pavia, studio svela ‘spie’ della sindrome Mis-C nei bimbi

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Uno studio che vede in prima linea il Policlinico San Matteo di Pavia ha identificato dei marcatori ‘spia’ che “permettono di fare chiarezza su come, in alcuni bambini geneticamente predisposti, si possa sviluppare una rara complicanza dell’infezione da Sars-CoV-2”, nota come sindrome infiammatoria multisistemica (Mis-C) potenzialmente mortale.

Il lavoro è pubblicato su ‘Nature Medicine’ e dimostra che “un intervento tempestivo, ai primi segni di infiammazione, con steroidi e immunoglobuline ad alto dosaggio è efficace nello ‘spegnere’ la tempesta infiammatoria” e consente “il miglioramento clinico” dei piccoli colpiti da Mis-C.

La ricerca contribuisce anche a spiegare perché i bambini con Covid-19 tendono ad avere un decorso clinico più mite rispetto agli adulti.

In questi 2 anni di pandemia – ricordano dall’Irccs lombardo – gli specialisti pediatri hanno più volte sottolineato la differenza di risposta tra adulti e bambini all’infezione da Sars-CoV-2. La maggioranza dei pazienti pediatrici ha presentato sintomi lievi.

Alcuni, tuttavia, a 2-6 settimane dall’insorgenza della patologia hanno sviluppato una risposta iper infiammatoria simile alla malattia di Kawasaki e alla sindrome da shock tossico, definita appunto con l’acronimo inglese Mis-C.

Ricercatori e clinici del San Matteo avevano già cercato di approfondire le ragioni legate a un andamento clinico della malattia così diverso tra età adulta e pediatrica, e i risultati erano stati pubblicati su ‘Jama Pediatrics’.

Ora gli stessi esperti della Pediatria del San Matteo, guidati da Gian Luigi Marseglia, hanno preso parte a uno studio internazionale coordinato da Luigi Daniele Notarangelo, direttore Area immunologica dell’Istituto nazionale americano di allergie e malattie infettive (Niaid), che proprio a Pavia si è laureato e specializzato in Pediatria.

Tra i primi firmatari c’è un giovane ricercatore della Pediatria pavese, Riccardo Castagnoli, che ha portato avanti le indagini negli Usa. Il lavoro ha coinvolto numerosi centri pediatrici in Italia, Cile, Israele e Stati Uniti.

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