L’utilizzo di Novavax era stato approvato dall’Agenzia europea del farmaco (Ema) lo scorso dicembre. Secondo gli studi clinici condotti sul vaccino Novavax, che non è a Rna messaggero, una doppia dose è in grado di fornire una protezione del 90% contro il Covid.
Novavax si potrà prenotare nel Lazio già da giovedì 24 febbraio sia per la prima che per la seconda dose, prevista a distanza di tre settimane. Il Lazio aveva già preparato il piano per la somministrazione del vaccino proteico, che verrà somministrato in 15 hub in tutta la Regione di cui sette nella Capitale.
“Noi oggi abbiamo, con ciclo completo, l’89% dei cittadini italiani, quindi oltre 48 milioni. Se pensiamo a prima dose e guariti, siamo quasi al 94%, quindi quasi 51 milioni. Dobbiamo continuare a vaccinare sperando che ci siano ancora persone esitanti che abbiano compreso, finalmente, l’importanza del vaccino”, ha detto il commissario straordinario che ha poi ribadito il suo appello alla vaccinazione per i bambini dai 5 agli 11 anni.
“Medici e infermieri stanno verificando problemi di trombosi in bambini non vaccinati in fase acuta di Covid. Direi che bisogna riflettere sul rischio beneficio e al momento il beneficio va verso la vaccinazione”, ha detto. “Non sono un medico quindi dico alle famiglie, rivolgetevi ai vostri pediatri”.
Ansa
Sede di Novavax
Per quanto riguarda la quarta dose di vaccino anti Covid, le somministrazioni per le categorie fragili dovrebbero cominciare il primo marzo. “La mia indicazione è quella”, ha detto Figliuolo, aggiungendo che “stiamo per dare le disposizioni attuative perché con il Ministero della Salute e le Regioni stiamo ben individuando le platee”.
Il commissario straordinario ha anche assicurato che non ci sarà scarsità di vaccini: “Abbiamo delle dosi stivate per ogni eventualità, poi dopo il 31 marzo, quando passeremo la mano, ci sono tutte le interlocuzioni con il ministero della Salute per lasciare un pacchetto pronto” nel caso che che “vi sia un rialzo dei contagi, anche se “noi non ce lo auguriamo, però bisogna fare esperienza”.
Rispondendo ai giornalisti che gli chiedevano quali progetti avesse per il post pandemia, Figliuolo ha detto: “Di cose da fare ne ho, perché sono il comandante operativo di vertice interforze e se vedete quello che sta succedendo oggi nel mondo penso che di cose da fare ne ho, perché da me dipendono tutte le forze nelle missioni operative, sia in Italia che all’estero. Ci sono 37 missioni in atto – ha aggiunto – tre in Italia e 34 che spaziano in tutte le aree del mondo”.
“Oggi cadono i due anni da cui apparve il primo caso” di Covid-19 “a Codogno nel lodigiano e non ce ne dobbiamo dimenticare perché poi è facile fare le cicali ma poi quando arrivano i tempi duri bisogna aver messo da parte la farina o il grano perché poi non si riesce a cambiare di punto in bianco la macchina e guai a pensare di non aver fatto tesoro dalle lezioni apprese in questo periodo”, ha concluso. “Se vogliamo essere un riferimento bisogna organizzarsi, pianificare ed essere pronti. Poi ognuno di noi spera che non accada nulla e che la situazione continui favorevolmente come sta accadendo, anche in questo saranno complici gli atteggiamenti degli italiani che hanno dimostrato una grandissima maturità, e poi la bella Italia e il bel tempo ci daranno una mano”.
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