Henna, 1993
“Adesso basta sangue ma non vedi / Non stiamo nemmeno più in piedi…un po’ di pietà
Invece tu invece fumi con grande tranquillità / Così sta a me che debbo parlare fidarmi di te
Domani domani domani chi lo sa domani sarà / Oh oh chi non lo so quale Dio ci sarà io parlo e parlo solo per me
Va bene io credo nell’amore l’amore che si muove dal cuore / Che ti esce dalle mani che cammina sotto i tuoi piedi
L’amore misterioso anche dei cani e degli altri fratelli / Animali delle piante che sembra che ti sorridono anche quando ti chini per portarle via
L’amore silenzioso dei pesci che ci aspettano nel mare / L’amore di chi ci ama e non ci vuol lasciare
Ok ok lo so che capisci ma sono io che non capisco cosa dici / Troppo sangue qua e là sotto i cieli di lucide stelle
Nei silenzi dell’immensità…”
Se io fossi un angelo, 1986
“Se io fossi un angelo / chissà cosa farei
alto, biondo, invisibile / che bello che sarei
e che coraggio avrei / sfruttandomi al massimo
è chiaro che volerei / zingaro libero
tutto il mondo girerei / andrei in Afghanistan
e più giù in Sudafrica / a parlare con l’America
e se non mi abbattono / anche coi russi parlerei
angelo se io fossi un angelo / con lo sguardo biblico li fisserei
vi do due ore, due ore al massimo / poi sulla testa vi piscerei
sulle vostre belle fabbriche / di missili, di missili…”
Nel ritorno al Grande Freddo spuntano alcuni bagliori. A Versailles i Ventisette discuteranno del piano energetico europeo per ridurre la dipendenza dagli idrocarburi russi e dell’ulteriore sospensione del Patto di stabilità e crescita.
Tornerà d’attualità la proposta di rivedere le regole su accoglienza e asilo, dopo che gli stati membri limitrofi hanno preso ad accogliere centinaia di migliaia di profughi ucraini. I Ventisette tratteranno pure del mandato da affidare a Angela Merkel, la sola personalità europea (nelle parole di Matteo Renzi) capace di pacificare l’Europa?
Il Primo Ministro d’Israele vola a Mosca da Putin, sulla base di colloqui telefonici con Stati Uniti, Francia, Germania, Ucraina. Naftali Bennett è nella posizione giusta: condanna l’invasione ma senza infierire sulla Russia, si accompagna al suo Ministro russofono, rappresenta il 10% di origine russo-ucraina della popolazione israeliana, conta su Mosca per proteggere il confine con la Siria dalle scorribande delle milizie filo-iraniane.
E per finire: Boris Johnson da Londra dichiara che i legami in seno alla famiglia europea si rinsaldano nelle difficoltà, i cascami di Brexit sono perciò “pénibles”.
“Ma l’America è lontana / Dall′altra parte della luna / Che li guarda e anche se ride / A vederla mette quasi paura” (Anna e Marco, 1979).
di Cosimo Risi
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