I numeri sono chiari e senza appelli: è la Campania, come ogni anno, la regina assoluta della classifica per numero di reati ambientali, 4.703, tredici al giorno, raggiungendo da sola più del 16% di quanto è stato accertato in tutto il paese; questa regione mantiene pure il poco invidiato record di persone denunciate, 4.072, di arresti, 51, e di sequestri effettuati, 1.339. È questa l’istantanea impietosa di una regione da troppo tempo in balia dell’ecomafia e in generale della criminalità ambientale, che non è spiegata solo dalla Terra dei fuochi e dai suoi drammi, ma anche dai mille risvolti ecocriminali che in tutta la regione continuano a trovare uno dei territori d’elezione .Di particolare rilievo, al riguardo, è lo sforzo investigativo compiuto in provincia di Napoli , diventata la prima in Italia come numero di illeciti (2569), seguita da Salerno (1193).
“L’ecomafia- denuncia Michele Buonomo, presidente Legambiente Campania- è sempre lo stesso mostro che continua a mordere il paese e a ucciderne la bellezza. Troppo pericolosamente, come raccontiamo da più di 20 anni. E mentre comincia a mostrare qualche segno di cedimento, per merito di un’attività repressiva costante, nonostante i limiti di personale e risorse, e un’opinione pubblica oggi più attenta e consapevole dei rischi, la classe politica di casa nostra rimane pericolosamente immobile. Le pagine di questa nuova edizione di Ecomafia lo dimostrano drammaticamente. Senza una lotta efficace contro le varie forme di criminalità ambientale non ci potrà mai essere nessuna svolta green in Campania, né il rilancio della nostra economia sotto il segno dell’efficienza, dell’innovazione e della sostenibilità.”
Le mafie, lo abbiamo sempre scritto sin dal primo rapporto Ecomafia, non sono comunque gli unici attori dell’aggressione all’ambiente. Il palcoscenico è sempre stato affollato da una vera e propria imprenditoria ecocriminale che si avvale di professionisti e funzionari pubblici corrotti, colletti bianchi, banchieri, uomini politici e delle istituzioni. L’obiettivo è sempre lo stesso, privatizzare i beni comuni per fare affari, violando ogni legge e principio di buon senso. Ciò spiega perché la criminalità ambientale, con la sua componente mafiosa o non, si conferma il peggior convitato di pietra nella gestione legale dei rifiuti, nelle pianificazioni urbanistiche, nelle filiere agroalimentari, nel campo dei beni culturali e della tutela del patrimonio boschivo e in genere di ogni ecosistema.
La Campania si conferma maglia nera a livello nazionale anche nel ciclo dei rifiuti: è la regione con il più alto numero di reati accertati in questo settore, 953, quasi il 17% sul totale nazionale con 115 persone tra denunciate e arrestate e 412 sequestri. La classifica regionale vede la provincia di Napoli maglia nera con 538 infrazioni, segue Salerno con 179. Terza la provincia di Avellino con 113 , segue Caserta con 68 e Benevento con 55. Ma ecomafia in Campania non riguarda solo i rifiuti.
E non poteva mancare un focus sulla Terra dei fuochi, dove la sospensione dei campionamenti sui suoli a rischio sembra l’ulteriore prova della mancata organizzazione e pianificazione della politica. Sono tante, troppe le domande senza una risposta, a partire dal fatto che dopo vent’anni di immobilismo ora scatta l’emergenza rifiuti radioattivi. Per questo chiediamo ai ministri dell’Ambiente, della Salute e delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali un deciso cambio di passo. Servono trasparenza e certezze sulla programmazione degli interventi. Solo così lo Stato può tornare ad essere credibile e riconquistare la fiducia dei cittadini garantendo una partecipazione e informazione completa e mettendo in campo una serie di azioni e strumenti efficaci per combattere le illegalità ambientali e aiutare così la Terra dei Fuochi. Quello che stiamo vedendo ancora una volta va nella direzione contraria. Occorre invece procedere in maniera spedita: rafforzando l’attività di repressione dei fenomeni di smaltimento illegale, dando piena attuazione ai programmi di prevenzione sanitaria e di analisi epidemiologica (buona parte dei comuni interessati sono ancora senza Osservatorio sui tumori), procedendo alla delimitazione e alla successiva bonifica delle aree contaminate.
In Campania l’intreccio tra camorra e politica è un impasto di cemento. Licenze edilizie fantasma, ordinanze di demolizione nascoste nei cassetti, piani regolatori e appalti truccati, abusivismo. Leggendo i decreti di scioglimento dei comuni per infiltrazione mafiosa si compone il mosaico della “Cemento Spa”, che in dieci anni ha realizzato circa 60.000 case abusive, pari a oltre nove milioni di metri quadrati di superficie cementificata. Un assegno in bianco da mettere nella cassaforte dei clan e una manna per i colletti bianchi del mattone. I numeri delle forze dell’ordine sono un’ulteriore conferma: con 838 reati accertati (oltre il 15% del totale nazionale), 952 persone denunciate e 300 sequestri, la Campania guida la classifica nazionale dei reati legati al ciclo del cemento. La provincia di Napoli, con 350 infrazioni,406 denunce e 199 sequestri detiene la leadership assoluta. Segue Salerno con 203 infrazioni, 238 denunce e 54 sequestri. Terza la Provincia di Avellino con 159 infrazioni , 189 denunce e 16 sequestri. Chiudono la provincia di Caserta con 77 infrazioni, 79 denunce e 22 sequestri e Benevento con 49 sequestri, 40 denunce e 9 sequestri.
I salernitani sono cosi stupidi da leggere questo rapporto, e dopo un attimo dire viva il crescent, viva tutto questo nuovo cemento in città e collina!
x lr
Cosa c’entra il Crescent con questo articolo?
Io non sono stupido.
Forse lo sarai tu che leggendo questo articolo vuoi mescolare la cacca con la cioccolata.
Se non capisci il collegamento, hai qualche problema cognitivo.
purtroppo e’ un vero disatro la politica o i politici purtroppo sono corrotti, abbiamo un cancro chaimato camorra e abbiamo anche tanta ignoranza e inciviltà da parte del cittadino campano
x lr
Non ho problemi cognitivi.
Tu vuoi mischiare la cacca con la cioccolata e vuoi far passare un’opera come il Crescent come illegale o “mafiosa”.
Mi pare che le varie indagini fatte sul Crescent non abbiano fatto emergere nulla di tutto cio’ che e’ scritto in questo articolo.
Ripeto vuoi collegare cose che al momento non hanno collegamento .