Il congresso si è aperto con la relazione di Ciro Marino, segretario generale Uila Uil Salerno, che ha fatto un punto della situazione tra emergenza pandemica e guerra:
«Il periodo trascorso, e quello che verrà, ha senza dubbio ingenerato in tutti noi delusione, preoccupazione, dolore, ma soprattutto un cambiamento strutturale nel mondo del lavoro dovuto alle perdite di lavoratori, ai loro licenziamenti, a nuove modalità di lavoro come quello a distanza. Abbiamo affrontato e gestito un periodo emergenziale con un susseguirsi di decreti, circolari, avvisi, che non avevano precedenti, il più delle volte abbiamo dovuto combattere affinché ai nostri lavoratori venissero riconosciuti gli stessi benefici di cui hanno goduto gli altri con provvedimenti governativi.
In queste difficoltà abbiamo avuto anche la responsabilità di rinnovare i contratti. I nostri lavoratori hanno garantito agli italiani cibo quotidianamente, il settore agroalimentare ha registrato segni positivi, ma non ho sentito nessuno che li ringraziasse pubblicamente. Noi lo abbiamo fatto e lo rifacciamo, accentuando l’importanza di questi lavoratori al pari del settore sanitario».
Tra gli argomenti presi in esame dal congresso, inevitabilmente, gli incidenti sul lavoro e le “morti bianche”: «Manca la cultura della sicurezza, noi della Uil per lavoro intendiamo quello sicuro. La conoscenza del fenomeno ci porta ad affermare che dietro ad ogni morte sul lavoro ci siano scelte aziendali consapevolmente sbagliate, dettate in molti casi dalla logica del profitto secondo la quale la sicurezza sul lavoro è un lusso. E’ arrivato il momento di agire con competenza e buona volontà. Abbiamo risposto mettendo in atto la campagna di sensibilizzazione “Zero morti sul Lavoro”. Affinché la sicurezza e la salute nei luoghi di lavoro diventi un impegno collettivo, è bene che anche nelle scuole si cominci a far conoscere questa indifferenza».
Marino ha quindi snocciolato i dati Istat: «Nel 2022 la fascia d’età più colpita dagli infortuni mortali sul lavoro è quella compresa tra i 55 ed i 64 anni. E’ proprio in questa fascia di età che si rileva anche l’indice di incidenza più alto di mortalità rispetto agli occupati (2,4%). Lo stesso indice risale a 2 infortuni mortali ogni milione di occupati nella fascia di età tra i 25 ed i 34 anni (pari allo 0,5%). Ciò ci dimostra che le fasce di età dei più giovani e, soprattutto, dei lavoratori più maturi ed esperti siano quelle più a rischio di infortunio mortale. Alla luce di simili considerazioni, due parole appaiono fondamentali e determinanti: formazione e prevenzione».
Il segretario rimarca l’importanza dell’agricoltura come settore trainante nel Salernitano: «Con i suoi 25.720 addetti è riuscito ad andare in controtendenza e a mantenere buoni margini di crescita economica. Ma – aggiunge – in alcune province del sud Italia, tra queste Salerno, non riusciamo ancora ad estirpare una piaga che attanaglia questo settore: la presenza sempre più nutrita di lavoratori non italiani obbliga tutti a ricercare soluzioni a problematiche nuove volte a favorire l’integrazione ed a risolvere aspetti umani e sociali di particolare rilievo. Il fenomeno del caporalato è ancora da debellare, nonostante Uila Fai e Flai insieme a Coldiretti Confagricoltura e Cia hanno tracciato importanti percorsi per contrastarlo. A mio avviso questa piaga va combattuta sottraendo a questa “organizzazione” la possibilità di offrire alloggio e trasporto».
Non manca un passaggio sul Pnrr: «La Uila non farà mancare sicuramente le sue istanze per sapere di chi è la responsabilità di non chiedere e di chi non progetta, né lasceremo che per colpa di qualcuno paghino solo e sempre i lavoratori del nostro comparto, vigileremo affinché le misure attuate dal Pnnr siano prioritarie nel nostro territorio per l’occupazione la prevenzione e repressione del caporalato».
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