Coscioni indagato per morte di un paziente, il Ruggi: “Fiducia nei magistrati”

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Il direttore generale del “Ruggi”, Vincenzo D’Amato ha espresso fiducia nella magistratura in merito all’inchiesta che vede coinvolti Enrico Coscioni, direttore dell’unità operativa complessa di Cardiochirugia ed alcuni suoi collaboratori. Le indagini sono scaturite a seguito della morte di un paziente per le complicazioni insorte in seguito ad un intervento al cuore eseguito al Ruggi.

I familiari del 62enne hanno voluto vederci chiaro e hanno chiesto l’intervento della magistratura. Dall’autopsia è emersa la presenza di una garza all’interno del corpo del paziente.

“Nell’esprimere vicinanza alla famiglia del paziente defunto, la direzione generale, depone la più ampia fiducia nell’attività della Magistratura e degli organi di Polizia Giudiziaria, auspicando un rigoroso quanto celere accertamento dei fatti e continuando ad offrire la massima collaborazione”, ha spiegato in una nota il direttore generale Vincenzo D’Amato che si è detto “certo che le indagini in corso riusciranno a fare chiarezza sulla causa del decesso e sull’intera vicenda”.

Il manager, inoltre, “crede che anche a tutela dei tantissimi assistiti che si rivolgono all’Azienda Ospedaliera Salernitana, per risolvere un proprio problema di salute spesso di elevata complessità, ricevendo risposte adeguate ed appropriate, nell’attuale fase, sia corretto oltre che opportuno, non anticipare i tempi della Magistratura, bensì attendere con fiducia gli esiti della verifica degli accadimenti, che hanno portato al decesso”.

8 Commenti

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  • quindi in base a quanto avete riportate come dichiarazione da parte del direttore generale del “Ruggi” Vincenzo D’Amato, se fosse invece direttore di una struttura educativa dove un bravissimo educatore fosse accusato di aver molestato un solo bambino, avrebbe comunque continuato a lavorare come educatore per non sospendere le attività educative nei confronti di tutti gli altri bambini…ricevendo risposte adeguate ed appropriate, nell’attuale fase, sia corretto oltre che opportuno, non anticipare i tempi della Magistratura, bensì attendere con fiducia gli esiti della verifica degli accadimenti, che hanno portato al decesso.

  • quindi in base a quanto avete riportato come dichiarazione da parte del direttore generale del “Ruggi” Vincenzo D’Amato, se fosse invece direttore di una struttura educativa dove un bravissimo educatore fosse accusato di aver molestato un solo bambino, avrebbe comunque continuato a lavorare come educatore per non sospendere le attività educative nei confronti di tutti gli altri bambini…
    …ricevendo risposte adeguate ed appropriate, nell’attuale fase, sia corretto oltre che opportuno, non anticipare i tempi della Magistratura, bensì attendere con fiducia gli esiti della verifica degli accadimenti, che hanno portato all’ “accusa”.

  • Ahahah … Che paracuko… Aspetta la magistratura… Aspetta a ordini dal Messia!

  • Che ne dice il sig. D’Amato, non sarebbe meglio sospendere in via cautelativa i medici coinvolti? Oppure ha avuto “indicazioni” contrarie in merito?

  • Ma Papino, il Grande Bluff, avrà contatti anche con la magistratura per “apparare”?
    Forse verrà coinvolto anche l’ex magistrato che sì è dato alla politica diventando un rappresentante del PD?
    Una mano lava l’altra……

  • In sede autoptica la presenza di una garza rappresenta un’evidenza macroscopica di una possibile causa di morte. Ma non una certezza: potrebbe essere un elemento “inerte”. Occorre stabilire il nesso causale. Tendenzialmente questi casi di dimenticanza afferiscono alle situazioni di emergenza-urgenza dove occorre agire in fretta con non trascurabile possibilità di errore. Ma tale dimenticanza in un intervento, per giunta cardiochirurgico e non toraco-addominale, effettuato in elezione, francamente è inaccettabile (esistono protocolli severi in sala operatoria). La setticemia è una delle cause più frequenti di morte a fronte ad un intervento tecnicamente riuscito. Ma dimenticare una garza può anche determinare un impatto diretto in termini di danno cardiovascolare che vanifica la corretta tecnica operatoria provocando l’exitus. In pratica, pure se chirurgicamente ineccepibile, è come se l’intervento non fosse tecnicamente riuscito.

  • Premesso che si è innocenti fino al 3° grado di giudizio, bisogna comunque tener presente che il dott. Enrico Coscioni insieme ad un collega chirurgo sono stati rinviati a giudizio per concorso in omicidio per colpa medica per un altro caso di decesso a seguito di intervento chirurgico. I due medici del reparto di Cardiochirurgia dell’ospedale Ruggi d’Aragona di Salerno sono accusati dalla Procura della morte di Lucia Ferrara, la ragazza di 17enne originaria di Caserta ma residente a Cava de’ Tirreni, deceduta nel settembre del 2019, presso l’azienda ospedaliera universitaria di Salerno, dopo un intervento chirurgico.

  • Caro Filippo, lei cita giustamente il caso della povera ragazza cavese. Lì, a detta dei periti, è stato proprio sbagliato tecnicamente l’intervento. La sospensione sarebbe cosa buona e giusta sempre che i direttori sanitari abbiano coraggio e soprattutto autonomia. E anche l’ordine dei medici fa orecchie da mercante. Non dimentichiamo il tragico caso dell’amico Antonello Crisci. Meglio non andare oltre…

    P. S. Tutti possono sbagliare ed in sala operatorio il rischio è dietro l’angolo. Ma quando si sbaglia in situazioni di non emergenza vuol dire che ci sono lacune di natura medico-chirurgica, se non di inesperienza.

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