Ritengo che sia un atto dovuto sotto molti aspetti. Innanzitutto a tutela della mia persona, della mia professionalità, dei valori che da sempre contraddistinguono il mio operato, primo su tutti quello della legalità – ha dichiarato il presidente Napoli – . In secondo luogo ho ritenuto indispensabili questo atto al fine di tutelare e rassicurare la mia famiglia e le comunità di persone che a me si affidano consegnandomi responsabilità di rilievo locale e regionale e che non possono e non devono essere turbate da parole francamente offensive ed infamanti, che lasciano subdolamente intendere fatti, circostanze e comportamenti a cui sono totalmente estraneo.
Un atto dovuto, quello di ricorrere alle vie legali, anche per testimoniare e ribadire il coraggio di stabilire limiti e confini del dibattito pubblico. Mentre ritengo indispensabile il confronto, talvolta anche aspro, nessuna ragione può indurre nessuno ad offendere o diffamare chi la pensa diversamente. Sento io per primo l’urgenza di testimoniare che si può denunciare quando ci si sente lesi nei propri diritti e nella propria dignità. Da decenni invito le vittime di violenza, offese e discriminazioni, ad affidarsi alla giustizia e a denunciare, non sarò io a tirarmi indietro.
Sono state settimane entusiasmanti per il successo del Salerno Pride, ma anche dolorose nel dover discernere ed affrontare questa brutta vicenda dalla quale tuttavia dobbiamo cogliere l’opportunità di ribadire che esistono e devono esistere limiti del vivere in comunità e stabilire che ci sono cose che non si fanno e non si dicono. Così come credo si debba cogliere questa occasione per ribadire la responsabilità dei mezzi di comunicazione nell’uso del linguaggio e nel veicolare dichiarazioni pubbliche lesive della dignità di altri. Linguaggi inclusivi, maggiore attenzione a ciò che si veicola ed allo spazio che si offre di visibilità a dichiarazioni poco rispettose, credo siano questioni che attengono alla professionalità di chi svolge una funzione fondamentale in democrazia che è quella della libera informazione.
Dunque un atto dovuto innanzitutto a titolo personale, ma sostanziato anche da questioni politiche ed etiche. Un atto che diventa anche un invito ed una testimonianza di vita rivolta a chiunque si senta vittima di violenza, abuso, discriminazione, offesa: si può e si deve denunciare, si può e si deve riaffermare la propria dignità, la propria autodeterminazione ed i valori in cui si crede. Confido fiducioso nella magistratura e nel percorso giudiziario che vedrà certamente prevalere i principi di legalità e rispetto delle e tra le persone”
Che testa fresca che avete, fate passare due parole per il problema più grande del mondo.
Ridicolo! Siamo al paradosso più assoluto: Offendete l’umanità e vi sentite offesi?
Il soggetto in foto è solito pedinare auto con conducente di sesso maschile solo…forse in cerca di partner o prestazioni sessuali