L’inchiesta della procura di Nocera Inferiore nasce da indagini del 2017 sulla base di alcune operazioni sospette che avevano rilevato anomale movimentazioni di capitali da parte di una donna, che è tra i tre indagati, sulla cui posizione era poi stata avviata una verifica fiscale. Per gli inquirenti, nel tempo, la donna, debitrice nei confronti del Fisco per diverse centinaia di migliaia di euro, con l’aiuto della sorella e del figlio, avrebbe apparentemente “svuotato” i propri conti correnti, in modo da scongiurare qualsiasi possibilità di riscossione coattiva e da ostacolare eventuali azioni di recupero crediti da parte dell’Erario.
Questa ipotesi investigativa è sostenuta anche dal ritrovamento di svariati assegni circolari, tutti di elevato importo, emessi a più riprese all’ordine del figlio. Quegli assegni, spiega in una nota il procuratore della Repubblica Antonio Centore, sarebbero stati “sistematicamente annullati e/o estinti in un secondo momento (verosimilmente, quando veniva meno il ‘timore’ di accertamenti da parte dell’Agenzia delle Entrate) e fatti rientrare nella propria disponibilità“.
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