Ma 50 minuti dopo, durante il rientro a casa, accusa un malore in auto e muore, forse per un infarto. Lo scrive La Città oggi in edicola
Ecco la ricostruzione. L’uomo arriva nel pronto soccorso del “San Luca” di Vallo della Lucania alle 20.58, accompagnato dalla moglie e dal genero. I sanitari di turno compilano il verbale di accettazione e prendono in carico il paziente con un codice verde, di bassa urgenza, nonostante il 69enne abbia riferito di un insistente “dolore toracico da circa un giorno”. Dopo qualche minuto di attesa, alle 21.16, viene visitato dal medico di turno.
Iniziano i controlli di routine e alle 22.08 viene definitivamente dimesso. La diagnosi? “Il paziente riferisce malore dopo aver assunto simvastatina al posto del totalip precedentemente assunto”. Poi la precisazione: “Si dimette asintomatico”.
Il pensionato si tranquillizza, saluta i sanitari e sale in auto. Ma durante il tragitto, a pochi chilometri da casa, viene colpito nuovamente da un malore. Questa volta il dolore è più forte del solito. La moglie cerca di rassicurarlo mentre il genero calca il piede sull’acceleratore per raggiugere velocemente la guardia medica sul porto di Marina di Camerota.
Ma il 69enne a pochi metri dal presidio sanitario perde i sensi. La dottoressa della guardia medica si fa spazio tra la gente, cerca di rianimarlo, mette in funzione il defibrillatore. Ma non c’è niente da fare. Il cuore di Aldo non risponde. E in attesa dell’ambulanza del 118 anche un gruppo di turisti si alterna nel praticare il massaggio cardiaco dinanzi agli occhi increduli della moglie che non si dà pace.
“Stiamo tornando dall’ospedale, l’hanno appena dimesso, non può essere qualcosa di grave” racconta la donna in lacrime. Poi l’arrivo di una seconda ambulanza medicalizzata e dei carabinieri della locale stazione che adesso cercheranno di ricostruire l’accaduto per accertare eventuali responsabilità. Questa mattina si sono tenuti i funerali. Toccherà alla famiglia, nelle prossime ore, decidere se presentare ufficialmente denuncia.
L’intera comunità è rimasta molto scossa dalla tragedia. “Aldo era una persona perbene – raccontano gli amici – un grande lavoratore. Stimato e voluto bene da tutti. E dopo una vita di sacrifici a Milano si godeva la pensione. Era molto legato a Lentiscosa, appena poteva rientrava in paese. Per tutti noi è un dolore immenso”.
E queste sono le conseguenze dell’attuale sistema di emergenza voluto da chi se n’è fottuto per anni dei grido di allarme… Ci sono due vittime: il povero paziente ed il povero, certamente giovanissimo, medico di p.s. lanciato nella mischia dell’emergenza pur di coprire il turno… In pronto soccorso ci vogliono persone esperte meritevoli di riconoscenze sia professionali che economiche e invece… fino ad oggi hanno solo ricevuto mortificazioni e sputazzate. E allora tenetevi i giovani e, poverini, la loro giusta inesperienza…. quando e quelli che decidono di mettersi in gioco!
Lauree troppo facili,e voglia di non far nulla…..
Questa è la grande, migliore, sanità in Campania raccontato dal governatore…….. Una Sanità campana paragonata a un mercato di frutta e fritture….
Troveranno altri loro colleghi che accetteranno che i colleghi del pronto soccorso hanno fatto tutto ciò che la loro onniscienza poteva e che il signore per volere divino doveva morire
mala sanita `
Bastardi…pagherete tutto