E’ sempre più diffuso il vizio dell’autoflagellazione, ovvero la tendenza ad accusare le nostre società per tutti i mali del mondo. In realtà, questo processo carsico ha finito per minare nelle fondamenta le stesse caratteristiche del mondo occidentale, rendendolo non solo fragile, ma portandolo a smarrire il suo ruolo e la sua funzione, finanche con riferimento all’immenso contributo culturale che l’Europa ha dato all’ umanità intera.
Con questo non vuole affermarsi che non esistono responsabilità del mondo occidentale, nella sua duplice declinazione, ovvero quella americana e quella europea, piuttosto evidenziare come l’abrasione di principi fondamentali ha, con il tempo, sostanzialmente indebolito nelle opinioni pubbliche la consapevolezza del ruolo svolto da quelle istituzioni democratiche che sono cresciute, in termini di democrazia e di libertà, a partire dalla Rivoluzione francese.
E’ sempre meno percepito che quei principi restano non rinunciabili o negoziabili, anche a fronte dell’invasione di un Paese indipendente da parte di una potenza imperialista. Ecco: l’imperialismo viene ritenuto una caratteristica dell’ occidente (sicuramente con riferimento alle passate politiche coloniali), ma si omette la valutazione che esso, invece, si qualifica per essere un “dato” globale.
Come non riconoscere, infatti, che è intrisa di vero e proprio imperialismo la politica economica della Cina o quella bellica della Russia. Ciò ha impedito di percepire, a proposito della guerra in corso in Ucraina, che non si sta combattendo contro un dittatore pazzo, ma contro un sistema autonomo ed aggressivo, il quale ha legittimato dall’interno il proprio potere dispotico, così dimenticando che la stessa storia russa è da secoli marchiata da un despotismo autocratico, conservato nel suo bagaglio culturale.
Come osserva Angelo Panebianco in uno stimolante articolo su “Il Corriere della Sera”, il vero errore delle opinioni pubbliche occidentali e dei suoi rappresentanti è consistito nel credere, in tutti questi anni, che integrando la Russia nel mercato globale, ciò avrebbe reso possibile il superamento delle tare storiche tipiche della sua vocazione imperiale. Vi è, allora, che la diffusa e pericolosa stupidità nelle analisi di alcuni (presunti) intellettuali finisce per favorire il “disarmo morale” dell’occidente di fronte alle sfide lanciate dalle potenze autoritarie.
Si tratta di una questione non recente, basta leggere i due splendidi volumi di Oswald Spengler, “Il tramonto dell’Occidente”, prima edizione italiana Longanesi 1957, dove il filosofo tedesco già circa un secolo fa, nel contesto di una morfologia della storia mondiale (Morphologie der Weltgeschichte), ebbe a descrivere, a seguito dell’ analisi comparativa con grandi civiltà del passato (da quella babilonese a quella dei Maya), la decadenza (definita Zivilisation) della civiltà occidentale, qualificata come “faustiana” ovvero tendente alla modifica del mondo attraverso la sua continua trasformazione.
La decadenza venne rinvenuta proprio nel mantenere in vita modelli culturali già morti, caratterizzati dal dominio del denaro e della stampa, come sorretti da analisi intellettualmente e politicamente fragili, caratterizzate dal cambiamento profondo dei riferimenti fondanti in un contesto privo di speranza. Una lezione questa, che non possiamo, di fronte alle sfide di questo tempo, dimenticare, se non a pena della stessa estinzione del nostro “mondo”.
Il monito vale anche nei confronti delle recenti minacce russe, finalizzate a creare il terrore tra quegli “smidollati di occidentali”, come Putin giudica le opinioni pubbliche delle nazioni democratiche, non considerando, però, che probabilmente proprio dalla “resistenza” che ne verrà potrà nascere una nuova consapevolezza dell’occidente sulla propria forza morale e culturale.
Giuseppe Fauceglia
Io francamente rifletto a due cose: la prima abbiamo mandato armi all’Ucraina, giusto per carità, ma con quali risultati ? qualche battaglia vinta e poi…. la seconda sanzioni alla Russia giusto, ma a lungo andare non danneggiano solo Putin , ma anche noi … risultato se va avanti così la guerra dura anni, pagheremo il gas sempre di più, migliaia di imprese falliranno, a chi giova tutto questo? La Russia non doveva entrare nel mercato occidentale ? E’ troppo tardi per fare questo ragionamento, del resto una certa tara culturale l’ha avuto, in senso dispotico , anche gli Stati Uniti, che per decenni ha controllato i regimi sudamericani finanziando i vari golpe di stato. A voler dirla tutta due , anzi tre, superpotenze controllavano, controllano, e controlleranno il mondo, lasciando all’Europa l ingrato compito di trovare una pace, che prima o poi, giusta o non giusta, dobbiamo fare