Spalletti aveva avvertito la squadra alla vigilia: lo Spezia non è il Liverpool e infatti al contrario dei vice campioni d’Europa che avevano affrontato gli azzurri a viso aperto, uscendo con le ossa rotte dal Maradona, i liguri fanno le barricate, puntando esclusivamente a non perdere. Al 43′ della ripresa, però, Lozano piazza un passaggio rasoterra da destra che arriva dalla parte opposta fino a Raspadori che insacca con rapidità.
Spalletti cambia cinque uomini rispetto alla gara di mercoledì con il Liverpool e fa giocare dal primo minuto Juan Jesus, Mario Rui, Ndombelè, Elmas e Raspadori. Il tecnico del Napoli non rinuncia però a Kvaratskelia ed è proprio il georgiano a rappresentare il pericolo maggiore per i liguri .
Il 4-3-3 di partenza si trasforma molto presto per i padroni di casa in un 4-2-3-1 perché Elmas, vista l’inconsistenza dello Spezia nel proporre gioco offensivo, si sposta sulla trequarti del campo alle spalle di Raspadori che rappresenta la punta più avanzata e sulla stessa linea di Politano e Kvaratskhelia.
Per tutta la partita una lunga serie di conclusioni dei partenopei viene respinta dai difensori avversari nell’area piccola. Il giovane polacco Kiwior in particolare si distingue per la sua capacità di calamitare tutti i palloni che arrivano davanti alla porta di Dragowski per respingerli senza esitazioni.
Nel secondo tempo il Napoli macina gioco ma riesce a rendersi pericoloso in area avversaria meno spesso di quanto non avvenisse nella prima frazione. E’ addirittura lo Spezia a sfiorare il gol del vantaggio al 27′ con una conclusione di Kiwior, dopo una incomprensione tra Mario Rui e Meret, con Rrahmani costretto affannosamente a ricacciare via il pallone a una spanna dalla linea di porta.
Il Napoli continua comunque a insistere e la caparbietà degli uomini di Spalletti viene premiata nel finale. Agli azzurri la soddisfazione di poter mantenere un passo da primato. (ANSA).
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