La Fondazione Cassa di Risparmio Salernitana – in occasione del trentennale della sua nascita – ha inaugurato oggi pomeriggio i nuovi locali del Complesso San Michele, al termine di un importante intervento di riqualificazione e ristrutturazione. Hanno preso parte all’incontro – che si è svolto dopo il taglio del nastro alla presenza dell’Arcivescovo S.E. Mons. Andrea Bellandi, e la visita ai locali dell’antico convento – il Presidente della Fondazione Carisal, Domenico Credendino, il Sindaco di Salerno, Vincenzo Napoli, il Consigliere di Amministrazione della Fondazione Banco di Napoli, Diego Di Caterina, il Direttore Generale dell’Associazione di Fondazioni e di Casse di Risparmio (Acri), Giorgio Righetti, il Presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca.
“Abbiamo compiuto – ha sottolineato il Presidente della Fondazione Carisal, Domenico Credendino – un intervento straordinario attraverso la restituzione di una completa funzionalità a questo immobile storico. Il valore che assume dal punto di vista della ricchezza del suo contenuto – con una specificità archeologica che arricchisce Salerno e la proietta in una dimensione significativa, rivolta a tutti gli studiosi e gli appassionati non solo del periodo longobardo – va sottolineato, specificando la nostra continua attività di erogazione alla comunità di beni e servizi ad alto valore aggiunto”.
“La funzionalità del Complesso San Michele – ha specificato il Presidente Credendino – agevolerà notevolmente le attività della Fondazione Carisal, sempre finalizzate a valorizzare i giovani e offrire sostegno al contesto sociale con particolare attenzione alle fasce più disagiate. Mi piace sottolineare il successo che stanno ottenendo due iniziative che configurano modelli operativi rivolti principalmente a tanti giovani pronti a confrontarsi sul mercato del lavoro: Conoscere la Borsa, progetto europeo che la Fondazione promuove e sostiene da sedici anni sul territorio di Salerno e provincia, volto a diffondere l’educazione economico-finanziaria tra i giovani e Refarm, una fattoria di opportunità per coltivare e valorizzare lo straordinario capitale umano dell’imprenditoria innovativa.
E proprio Refarm – acceleratore di idee imprenditoriali, finanziato dalla Regione Campania – è già localizzato nel Complesso San Michele: un investimento istituzionale per sostenere e portare avanti concretamente idee legate al concetto della auto-imprenditorialità”.
IL COMPLESSO SAN MICHELE
Il Complesso San Michele sorge a ridosso delle vecchie mura della Cattedrale, nel cuore del centro storico di Salerno. L’edificio, che ha origini intorno all’anno mille, vincolato dalla Soprintendenza per beni storici – architettonici e archeologici (ai sensi del D.Lgs 42/04 e s.m.i., per effetto del D.R. n.98 del 13/06/2005), è parte del patrimonio immobiliare della Fondazione.
Nell’ambito di un più ampio progetto, alla fine del 2017, la Fondazione Cassa di Risparmio Salernitana ha dato il via al Piano di Valorizzazione (PdV) dell’ex Complesso Conventuale San Michele al fine di diventare un nuovo punto di riferimento nel centro storico di Salerno, per promuovere attività di interesse collettivo con finalità sociali, culturali ed ambientali. Con la valorizzazione di questo importante sito si intende contribuire a promuovere l’intero territorio salernitano e la sua identità storica, generare opportunità di coesione sociale e di sviluppo socio culturale ed economico nel territorio.
La comunità potrà fruire di spazi ritrovati ed essere, dunque, parte attiva e utilizzatrice primaria del nuovo contenitore. Il recupero, la valorizzazione e rifunzionalizzazione del Complesso San Michele da un lato riporta alla luce la conoscenza dell’identità storica dell’edificio, dall’atro affronta la sfida posta dalle attuali esigenze della comunità provando a costruire una nuova identità del luogo, con sensibilità contemporanea.
L’edificio si sviluppa lungo via S. Michele, via S. Alferio confinando a nord con via Bastioni. Il complesso ha una conformazione spaziale molto particolare frutto di stratificazioni di numerosi interventi eseguiti nel corso degli anni. L’edificio si sviluppa principalmente su 3 livelli (più 2 livelli intermedi e un terrazzo di copertura) ed è caratterizzato da una serie di piccoli e grandi ambienti, posti a quote differenti, comunicanti tra loro attraverso corridoi e vani arcuati.
Durante i lavori di restauro, sono stati rivenuti numerosi reperti archeologici e grazie ad accurate indagini archeologiche sono state portate alla luce antichissime sepolture, successivamente catalogate e inserite all’interno di un’ampia documentazione. I locali maggiormente interessati da questi ritrovamenti sono quelli siti nell’area nord-est al piano terra dell’edificio.
Gli scavi archeologici hanno svelato, inoltre, le stratigrafie di diversi paramenti murari, un’antica colonna e un arco in pietra mista a mattoni emerso sotto le foderatura di intonaco armato del primo piano; ritrovamenti fondamentali per la lettura dell’architettura, che hanno permesso di definire un quadro complessivo delle varie fasi costruttive dell’edificio.
Tra le testimonianze più affascinanti scoperte all’interno del Complesso c’è l’antico affresco dell’ultima cena sulla volta del vecchio Refettorio, risalente alla seconda metà del Settecento, e l’affresco della maternità, a forma di lunetta, di epoca cinquecentesca, posto isolato nell’androne di ingresso che, solo dopo i primi saggi, ha rivelato parte di una nicchia soprastante l’antico ingresso alla chiesa adiacente. Infine, meno sorprendente ma pure apprezzatissimo è stata la scoperta di alcune scritte sulle colonne “ verbum caro factum est ”, sepolte sotto strati di scialbo rimossi pazientemente a bisturi.
Il progetto ha tenuto conto di questo cospicuo patrimonio artistico e archeologico integrandolo pienamente nella configurazione degli spazi, attraverso l’opera di restauro e preservando le pareti interessate dai ritrovamenti con la realizzazione di vetrate per lasciarli visibili e permettere agli utenti di fruire degli spazi circostanti.
Gli ambienti sono stati progettati per ospitare prevalentemente le seguenti attività: mostre, teatro, formazione, co-working, laboratori per le diverse forme di arte e di socializzazione, convegni e, più in generale, plurime attività di promozione di sviluppo del territorio.
Al piano terra, al primo piano e al primo livello intermedio gli spazi sono destinati prevalentemente ad uso collettivo mentre gli ambienti degli altri livelli sono riservati, strettamente, alle attività di ufficio della Fondazione e ad una piccola foresteria.
Tutti gli spazi sono stati concepiti versatili, stimolanti, funzionali, utilizzabili anche contemporaneamente da diverse tipologie di fruitori e legati, tra di loro, da percorsi tematici che costituiscono elementi di connessione tra il piano primo e quello inferiore.
Il piano terra ha accesso diretto da via S. Michele attraverso un antico portale monumentale incorniciato da un complesso di lesene culminante in un timpano spezzato con all’interno un’ampia finestra ad arco.
Il primo piano, invece, è raggiungibile dall’ingresso di via Bastioni oppure tramite il corpo scala/ascensore centrale che serve tutti i livelli dell’edificio.
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