Salerno, cambia il parroco della chiesa Santa Maria ad Martyres di Torrione

9 Ottobre 2022
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Nuovo giro di nomine nelle parrocchie dell’Arcidiocesi Salerno-Campagna-Acerno. Nel capoluogo, in particolare, si registra l’avvicendamento alla guida di Santa Maria ad Martyres di Torrione dove il religioso dei Minimi, padre Giorgio Terrasi, subentra al confratello padre Francesco Carmelita, eletto provinciale dell’Ordine fondato da San Francesco di Paola per la Campania, la Sicilia e la Repubblica democratica del Congo, ma resterà a svolgere il ministero di vicario. Padre Vittorio Arena, invece, è il nuovo  Cappellano per il Presidio Ospedaliero “Giovanni da Procida” di Salerno)

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7 Commenti

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  • FATECI LA CARITA’, CAMBIATE IL PARROCO A MARICONDA. MA E’ MAI POSSIBILE CHE NESSUNO SI ACCORGE CHE IL PIU’ GRANDE COMPLESSO PARROCCHIALE DI SALERNO ORAMAI E’ VUOTO E ANCORA SI INSISTE DI FAR RIMANERE LA ROVINA DELLA CHIESA? L’ATTUALE PARROCO?

  • In genere un parroco dovrebbe essere avvicendato dopo nove anni di permanenza nella stessa sede. A Salerno osserviamo da tempo alcune stanzialità “eccessive” che si alternano ad avvicendamenti repentini. Talvolta i movimenti sono motivati da ragioni pratiche (sostituzioni, affiancamenti, promozioni, nuovi incarichi interni alla Curia, rimozioni per “cattive prassi”, ecc.) Abbiamo due esempi lampanti: la Cattedrale e S. Pietro in Camerellis. Nel primo caso don Pecoraro ha piantato i piedi a terra per restare (nonostante l’età), nel secondo caso don Quaranta sembra aver messo le radici. Secondo noi un parroco, dopo aver avviato il necessario processo di aggregazione, va avvicendato dopo tre-cinque anni, salvo motivi eccezionali. I nove anni dovrebbero restare solo sulla carta.

  • In genere un parroco dovrebbe essere avvicendato dopo nove anni di permanenza nella stessa sede. A Salerno osserviamo da tempo alcune stanzialità “eccessive” che si alternano ad avvicendamenti repentini. Talvolta i movimenti sono motivati da ragioni pratiche (sostituzioni, affiancamenti, promozioni, nuovi incarichi interni alla Curia, rimozioni per “cattive prassi”, ecc.) Abbiamo due esempi lampanti: la Cattedrale e S. Pietro in Camerellis. Nel primo caso don Pecoraro ha piantato i piedi a terra per restare (nonostante l’età), nel secondo caso don Quaranta sembra aver messo le radici. Secondo noi un parroco, dopo aver avviato il necessario processo di aggregazione, va avvicendato dopo tre-cinque anni, salvo motivi eccezionali. I nove anni dovrebbero restare solo sulla carta. Per S. Maria ad Martyres è tutt’un altro discorso. Lì la gestione è affidata all’ordine sacro dei minimi che dispongono le assegnazioni in un’ottica di periodica mobilità (come avviene per i Francescani, i Salesiani, ecc.. La curia vescovile ne prende solo atto come accredito.

  • LA PARROCCHIA GESÙ REDENTORE È SEMPRE CHIUSA, E HA ANCHE I GIARDINETTI COMUNALI INGLOBATI SEMPRE CHIUSI. CAMBIAMO QUESTO PARROCO SHOW Man, SIAMO STANCHI QUI NEL QUARTIERE EUROPA. VOGLIAMO VERI PASTORI!!!

  • Un po’ novità ci vorrebbe, specialmente al Gesù redentore di via carnelutti.
    E un circolo chiuso….. Buon intenditore poche parole.!

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