La Juve resta tutt’altro che fluida e brillante sul piano del gioco, ma trova quantomeno quella reazione di carattere e orgoglio invocata dal presidente Agnelli dopo il tracollo di Haifa. A trascinare i bianconeri è un Vlahovic in grande spolvero, che al di là del gol, fin troppo semplice per lui, disputa una gara di grande personalità, da leader di un gruppo che ora prova a ritrovarsi. Alla performance del serbo va aggiunta quella quasi impeccabile della difesa a tre tutta brasiliana, che lascia pochissimo spazio a un Toro ancora una volta troppo leggero davanti. I granata esprimono a tratti anche delle trame di gioco interessanti, ma la finalizzazione continua a mancare e a pesare tantissimo sulla classifica.
Allegri tiene in panchina Bonucci e sceglie Kean per far coppia con Vlahovic in attacco. L’avvio di gara è piuttosto intenso, ma anche ricco di errori da entrambi i lati, con le squadre che tradiscono un certo nervosismo. La Juve va molto in verticale sui due centravanti, ma non riesce mai a innescarli in maniera pericolosa, mentre il Toro opta per un palleggio più ragionato con l’obiettivo di sfruttare i movimenti continui dei tre jolly offensivi, ma anche la squadra di Juric produce poco e nulla negli ultimi 25 metri. Dopo mezzora di noia la Juve ha un sussulto improvviso su un pallone buttato via da Rodriguez in uscita, ma Milinkovic-Savic risponde presente tre volte di fila sulle conclusioni di Vlahovic, Locatelli e Rabiot. Il primo tempo si chiude senza recupero e senza reti.
A inizio ripresa la Juve ha una grande chance, ancora con una conclusione da fuori di Locatelli, ma Vanja è sempre attentissimo e toglie il pallone dall’incrocio. Subito dopo Allegri perde Bremer per infortunio (al suo posto Bonucci) e il Toro si crea una grande occasione per sbloccarla, sprecandola con una conclusione debole e telefonata di Vlasic. Poco dopo l’ora di gioco è Kean, su un contropiede imbastito da Kostic, a divorarsi lo 0-1, calciando a lato da ottima posizione. Nel botta e risposta è poi Miranchuk, al 72′, a disperarsi, quando spara in cielo una grande chance per sbloccarla. Il match si regge su un delicato equilibrio, che viene sbloccato a poco più di un quarto d’ora dalla fine: Milinkovic-Savic compie l’ennesimo miracolo su un gran colpo di testa di Vlahovic, ma non può nulla sul corner conseguente, quando il serbo sbuca dietro a tutti e insacca da zero metri. L’assalto granata nell’ultimo quarto d’ora è troppo poco per impensierire una Juve molto solida e concentrata fino al triplice fischio di Mariani.
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