LA PROROGA – La scorsa Legge di Bilancio ha previsto una proroga pluriennale per i bonus edilizi, tra cui si annovera anche la detrazione fiscale del 50 per cento per le ristrutturazioni che resta, quindi, garantita anche per i lavori effettuati dal 1° gennaio 2023 fino alla fine del 2024. Per lo stesso periodo sono prorogate anche le opzioni relative alla cessione del credito e allo sconto in fattura
L’IMPORTO – Quanto è possibile detrarre? La percentuale è pari al 50% e il limite di spesa ammesso è pari a 96mila euro per ciascuna unità immobiliare. La detrazione va però ripartita in dieci quote annuali di pari importo. Può essere richiesta per le spese sostenute durante l’anno, secondo il criterio di cassa, e suddivisa fra tutti i contribuenti che possiedono o detengono l’immobile sul quale ci sono gli interventi. Salvo nuove proroghe, dal 1° gennaio 2025 la detrazione tornerà alla misura ordinaria del 36%, col limite di 48mila euro
CHI NE BENEFICIA – Possono usufruirne tutti i contribuenti assoggettati all’imposta sul reddito delle persone fisiche (Irpef), residenti o meno nel territorio dello Stato. L’agevolazione spetta non soltanto ai proprietari degli immobili ma anche ai titolari di diritti reali/personali di godimento sugli immobili, oggetto degli interventi e di cui ne sostengono le spese. Hanno diritto alla detrazione anche il familiare convivente del possessore o detentore dell’immobile, il coniuge separato o il convivente more uxorio
QUALI LAVORI VI RIENTRANO – All’interno del bonus del 50% rientrano i lavori di manutenzione straordinaria, restauro e risanamento conservativo, la ristrutturazione edilizia e anche la manutenzione ordinaria. C’è anche la realizzazione di box auto, l’installazione di impianti fotovoltaici, gli interventi per la prevenzione di atti illeciti come l’installazione di porte blindate, grate a finestre o videocamere. Presenti interventi necessari alla ricostruzione o al ripristino dell’immobile danneggiato a causa di calamità, a patto che vi sia lo stato di emergenza
QUALI IMMOBILI – Gli interventi si possono fare su immobili residenziali di qualsiasi categoria catastale, anche rurali e sulle loro pertinenze. Saranno possibili opere di manutenzione straordinaria, come l’installazione di ascensori e scale di sicurezza, la sostituzione di infissi esterni e serramenti, il rifacimento di scale e rampe, gli interventi per il risparmio energetico. Ci sono interventi di restauro, come quelli mirati all’eliminazione del degrado, all’adeguamento delle altezze dei solai o all’apertura di finestre per esigenze di aerazione dei locali
BARRIERE ARCHITETTONICHE – Fino al 31 dicembre 2022 per l’eliminazione delle barriere architettoniche l’agevolazione è pari al 75% della spesa sostenuta. Poi la percentuale scenderà al 50%. Tra i lavori suddetti ci sono gli ascensori e i montacarichi (per esempio, la realizzazione di un elevatore esterno all’abitazione). Rientra nella categoria la realizzazione di ogni strumento che, attraverso la comunicazione, la robotica e ogni mezzo di tecnologia più avanzata, aiuti la mobilità interna ed esterna all’abitazione
COSA RIENTRA – La detrazione spetta soltanto per le spese sostenute per realizzare interventi sugli immobili, mentre non vi rientrano quelle relative al semplice acquisto di strumenti. Pertanto, come spiega la guida delle Agenzia delle Entrate pubblicata questo mese di ottobre, “non sono presenti i telefoni a viva voce, gli schermi a tocco, i computer, le tastiere espanse. Tali beni, tuttavia, sono inquadrabili nella categoria dei sussidi tecnici e informatici per i quali, a determinate condizioni, è prevista la detrazione Irpef del 19%”
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