La spesa aggregata per i regali di Natale (a prezzi 2022) era nel 2009 di 14,4 miliardi, scesa poi a 9,6 miliardi nel 2019, a 7,9 nel 2020 e 7,4 nel 2021. Ma secondo il direttore dell’ufficio studi di Confcommercio, Mariano Bella, “non ci sono segnali di particolare preoccupazione: ci aspettiamo sorprese positive in un contesto difficile, a meno che non ci sia un crollo della fiducia”
La propensione a fare regali – secondo una ricerca Confcommercio – è decrescente dal 2015, e quest’anno si attesta al 41,7% contro il 41,1% del 2021 e il 43,8 del 2020. “E importante che il fenomeno della decrescita si sia arrestato”, osserva Bella
Nonostante la disponibilità delle risorse appaia ridotta, Confcommercio comunque nutre delle aspettative: se migliora la fiducia, come ha indicato l’andamento delle vendite durante il Black friday, Natale potrebbe non andare male per i consumi
Confcommercio ha calcolato anche il volume di tredicesime e pensioni: nel 2022 è salito da 44,7 a 47,3 miliardi. Secondo l’organizzazione l’aumento è dovuto alla crescita dell’occupazione dipendente, ai nuovi pensionati che entrano con maggiori contributi e ad una minore Irpef
Sale però l‘impatto dell’energia, che insieme alle tasse (Imu, Ici, Tasi, tasse auto, canone Rai) portano via 13,5 miliardi, di cui 6 per le bollette. La 13esima disponibile per consumi, tolti i costi e i risparmi desiderati e aggiunte le risorse per il Natale da parte degli autonomi ammonta a 35,8 miliardi, cifra poco differente da quella dello scorso anno (36,2 miliardi)
I consumi medi da 13esima per famiglia – secondo il calcolo Confcommercio – scendono a 1.532 euro in termini reali, dai 1.680 del 2021, ai minimi da 15 anni
Ma questo – avverte l’ufficio studi – non implica necessariamente che vi saranno minori consumi a dicembre: tutto dipende, come detto, dalla fiducia (cresciuta a novembre) e dai sostegni (decreto Aiuti quater)
foto Albero e luci d’artista Massimo Pica
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