I 51 Enti territoriali, che saranno i soggetti attuatori degli interventi, sono in massima parte i comuni. A questi si aggiungono il Consorzio Agrorinasce, in provincia di Caserta, che gestirà 9 progetti; la Città metropolitana di Napoli, che gestirà 4 progetti; la Provincia di Avellino, che gestirà 1 progetto. Sono alcuni dei dati contenuti nel dossier “PNRR e Beni confiscati: un’opportunità storica”, di Libera Campania che analizza ed elabora i contenuti del Decreto con il quale l’Agenzia per la Coesione Territoriale ha pubblicato la graduatoria dei comuni i cui progetti sono stati approvati, per verificarne l’impatto, in termini quantitativi e qualitativi, sul territorio regionale.
La provincia con il maggior numero di Enti interessati è quella di Caserta, con 21 comuni nei quali insistono beni confiscati oggetto di finanziamento. Seguono la provincia di Napoli (18 comuni), quella di Salerno (7 comuni), quella di Avellino (4 comuni) e, infine, quella di Benevento (1 comune). La ripartizione dei fondi segue lo stesso schema, con la provincia di Caserta alla quale viene assegnata la percentuale maggiore di fondi sul totale regionale (51,6%).
Seguono la provincia di Napoli (25,7%), quella di Salerno (13,5%), quella di Avellino (6,8%) e, infine, quella di Benevento (2,3%). Per quanto riguarda i 72 progetti approvati e finanziati sulla procedura dell’Avviso Pubblico, la porzione più alta di fondi va alla provincia di Caserta (29 progetti, per un totale di 41,5 milioni. A seguire, la provincia di Napoli (28 progetti, oltre 25,5 milioni), la provincia di Salerno (10 progetti, quasi 11 milioni), quella di Avellino (4 progetti, quasi 7,5) e infine quella di Benevento (1 progetto, 2,5 milioni). 20 progetti su 72 conquistano un finanziamento superiore a 2 milioni di euro.
Il finanziamento massimo di 2,5 milioni previsto dall’Avviso va a 6 progetti, ricadenti nei comuni di Casapesenna (CE), Benevento, Pontecagnano Faiano (SA), Casoria (NA), Grazzanise (CE) e Poggiomarino (NA). Diciotto ottengono un finanziamento superiore al milione di euro. I restanti 34 ottengono invece fondi inferiori al milione di euro.
“Per analizzare il dato qualitativo relativo ai singoli progetti – dichiara Riccardo Christian Falcone, responsabile del settore beni confiscati di Libera Campania – abbiamo accorpato le informazioni di progetto in alcune macro voci relative alle attività che vi si svolgeranno. Dal quadro generale emerso da questa elaborazione, risalta come in almeno 23 casi sui 72 progetti approvati sulla linea dell’Avviso (circa il 32%), prevedano la realizzazione di servizi a sostegno di donne vittime di violenza e dei loro bambini (per lo più centri antiviolenza e case rifugio).
Diciotto progetti (il 25%) riguardano in vario modo la realizzazione di centri sociali polifunzionali e centri di servizi a favore di fasce sociali più deboli. Cinque progetti (circa il 7%) hanno a che fare invece con l’agricoltura sociale e quattro (circa il 6%) con l’housing sociale. La restante quota di progetti finanziati riguarda le attività più svariate: dai centri di ricovero e cura per gli animali (3 progetti) ai parchi urbani (3 progetti), passando per biblioteche, caserme, centri sportivi, centri per l’orientamento professionale, sedi istituzionali, di scuole e di protezione civile.
È un quadro d’insieme estremamente variegato che, a lavori ultimati e progetti di riutilizzo avviati, metterà a disposizione delle comunità locali una rete di servizi di grande impatto e di eccezionale valore, in grado davvero di segnare, per i territori e le persone che li abitano, una straordinaria opportunità di welfare, di giustizia sociale, di cambiamento e di riscatto. Fondamentale – conclude Falcone di Libera- sarà vigilare perché gli investimenti programmati vengano realizzati e ultimati in tempi brevi.
Una responsabilità che spetta anzitutto ai soggetti attuatori ma alla quale non possono sottrarsi neanche i cittadini, chiamati a monitorare, attraverso un’azione civica di controllo diffuso, l’andamento dei progetti. Altresì, sarà fondamentale che, nella fase di assegnazione dei beni una volta rifunzionalizzati, venga garantita la maggiore partecipazione possibile. Libera farà la sua parte, da un lato agevolando, stimolando e favorendo questi processi di partecipazione dei cittadini e del mondo del Terzo Settore, dall’altro accompagnando le Istituzioni locali.
Il dossier incrocia questi dati con quelli relativi al ranking contenuti nel focus regionale RimanDATI Campania 2022 – scrive Libera Campania – che analizza la capacità dei comuni di pubblicare gli elenchi dei beni confiscati trasferiti al loro patrimonio, evidenziando come una quantità significativa di finanziamenti arrivi in territori nei quali, pur in un quadro generale più positivo rispetto alle altre regioni italiane, non tutti i comuni brillano in fatto di trasparenza sui beni confiscati. Dunque resta forte la richiesta di accrescere la qualità e la quantità delle informazioni pubblicate da parte degli enti locali.
Con riferimento ai 3 progetti finanziati invece attraverso la procedura negoziale, anche qui l’investimento maggiore si registra in provincia di Caserta, dove al progetto di recupero del Palazzo Teti Maffuccini di Santa Maria Capua Vetere sono stati destinati quasi 15 milioni. A Battipaglia, in provincia di Salerno, arrivano quasi 4 milioni per la realizzazione del Polo territoriale della carità attraverso l’intervento di demolizione e ricostruzione degli immobili confiscati di via Catania. Il terzo progetto è quello che prevede la realizzazione dell’asilo nido comunale nella ex Villa Zagaria, in località Varcaturo di Giugliano in Campania. A questo progetto sono stati destinati 2,5 milioni.
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