Magari potremo investire in tecnologia e, perché no, comprare cose basilari come i reagenti utili per effettuare i test su vittime di violenza, in particolare su chi ha assunto la droga dello stupro“.
Mario Polichetti, sindacalista della Uil Fpl provinciale, è intervenuto sul caso riguardante la vendita dei beni del marchese Ruggi da parte dell’Azienda ospedaliera “San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona”.
“Quei beni possono servire effettivamente a poco e dunque è giusto monetizzare. Ma il denaro deve essere utilizzato per investire in infrastrutture e personale.
Trovo inaccettabile sapere che un ospedale all’avanguardia come quello di Salerno, almeno su certi aspetti, non abbia a disposizione dei reagenti per fare i test utili alle vittime di violenza“.
Quando la vendita degli asset diventa l’unico metodo per ottenere fondi, l’azienda è destinata al fallimento.
Perché quegli asset non sono infiniti, e una volta bruciati i milioni di euro incassati si ritorna al punto di partenza.
Se non si cambia visione tagliando gli sprechi e focalizzandosi sul servizio al cittadino, possiamo dire addio alla sanità pubblica.