Nello specifico crescerà l’importo fisso per unità di prodotto. Arriverà a 28 euro per 1.000 sigarette a partire dallo scorso 1° gennaio. Dal 2024 sarà 28,20 euro e dal 2025 passerà a 28,70 euro. A prevederlo è il comma 122 dell’articolo 1 della Legge 29 dicembre 2022 numero 197, relativo alle disposizioni in materia di accisa sui tabacchi lavorati e di imposta di consumo sui prodotti succedanei dei prodotti da fumo. L’intervento non riguarda solo le sigarette ma anche i sigari, il tabacco da fiuto, da mastico, da pipa e da inalazione.
Per le sigarette tradizionali ammonta a circa 20 centesimi il primo anno ed è compreso tra 10 e 15 in media nei prossimi tre anni l’aumento previsto dalla bozza della manovra. Dopo due anni di tassazione ferma, il testo alza l’accisa cosiddetta “specifica” (oggi in Italia ai livelli più bassi d’Europa) da 23 a 36 euro per 1.000 sigarette nel 2023, a 36,50 euro per 1.000 sigarette nel 2024 e a 37,00 euro per 1.000 sigarette a partire dal 2025. Un aumento della parte fissa che comporta un automatico ribasso della parte variabile dell’accisa e che, a conti fatti, si traduce appunto in un rincaro in media, considerando sia i prodotti di alta che di bassa gamma, di circa 20 centesimi a pacchetto il primo anno e di 10-15 centesimi sui tre anni in media.
Sigarette come funziona la composizione del prezzo
I tabacchi lavorati, in base alla normativa unionale e nazionale, sono sottoposti ad accisa. Sono considerati tabacchi lavorati i seguenti prodotti:
Sigarette
Sigari
Sigaretti
Tabacco trinciato a taglio fino da usarsi per arrotolare le sigarette
Tabacco da fiuto e da mastico
Altri tabacchi da fumo (tabacco da pipa, tabacco per pipa ad acqua, prodotti da fumo a base di piante, erbe o frutta: melassa per narghilè)
Tabacchi da inalazione senza combustione
Per quanto riguarda le sigarette, a differenza degli altri tabacchi lavorati, l’accisa corrisponde alla somma tra una componente fissa e una proporzionale al prezzo di vendita al pubblico; la componente proporzionale è calcolata a partire da un’aliquota di base fissata al 49,50%, mentre quella specifica fissa per unità di prodotto, determinata per l’anno 2023, è pari a Euro 28,00 per 1.000 sigarette.
Tutte le categorie sono assoggettate all’IVA nella misura del 22% del prezzo di vendita al pubblico al netto dell’IVA stessa e all’accisa che varia in relazione alla categoria. Per le sigarette è anche fissato un onere fiscale minimo (IVA + accisa) – pari per l’anno 2023 a euro 199,72 per chilogrammo convenzionale/1000 sigarette. L’aggio spettante al rivenditore al dettaglio (tabaccaio), è pari al 10% del prezzo di vendita al pubblico. Il compenso del produttore, su cui gravano anche le spese di distribuzione, è dato dalla differenza fra il prezzo di vendita al pubblico e gli importi risultanti da accisa, IVA e aggio.
Fonte: IlMessaggero
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