sulla costa calabrese, forse 200, sappiamo che solo 80 hanno raggiunto vivi
la riva e per ora si contano 67 vittime, destinate purtroppo a salire.
Provenivano soprattutto da Afganistan e Siria, fuggivano da guerre e
oppressioni, avevano tutti il diritto di essere accolti e protetti.
Il governo italiano ha invece deciso di stare a guardare e non è
intervenuto anche quando l’imbarcazione era in evidente difficoltà per
le condizioni meteo.
Denunciamo con forza questo atteggiamento, chiediamo che si faccia al
più presto chiarezza sull’accaduto e che vengano individuate le
responsabilità di questo disastro che un intervento di soccorso pronto
avrebbe potuto evitare. Riteniamo il governo colpevole di questa strage
perché la sua politica sui migranti si basa:
1) sulla costruzione di muri e barricate, quello che ha definito e
rinforzato nell’ultimo accordo con la Comunità europea;
2) sulla elaborazione e approvazione di una legge che rende
difficoltosi i salvataggi a mare operati dalle ong, costrette a girovagare
per porti lontani e bersaglio di pene incomprensibili;
3) sul rinnovo del Memorandum con la Libia ritenendo i suoi porti
sicuri, gli stessi che le Nazioni unite considerano luoghi di tortura dei
migranti, raccolti in veri e propri campi di concentramento,
A questi provvedimenti si aggiunge una politica sfacciatamente
ipocrita e cinica di questo governo quando sostiene che bisogna aiutare i
migranti nel loro Paese e poi non mette un centesimo sulla cooperazione
internazionale.
O quando con il suo ministro Piantedosi sostiene che i migranti non devono
partire quando le condizioni meteo sono avverse, fingendo di non sapere che
chi fugge da guerre, disperazione e povertà ha messo già nel conto che
quel viaggio gli può essere fatale. L’ultima presa in giro del governo
è l’invito ai migranti a non mettersi in viaggio ma “aspettare in
sicurezza l’arrivo delle istituzioni”; è una cinica falsità, non è
stato fatto un passo in questa direzione, anzi quello che è successo ci
dice che è stato fatto l’esatto contrario: contrastare con tutte
le forze partenze e arrivi, affidandosi anche ai respingimenti in Libia
effettuati dalle motovedette che il governo italiano ha regalato alla
guardia costiera libica.
La giustizia farà il suo corso e non sappiamo se un giorno ci darà
ragione, ma noi condanniamo questo governo per le sue politiche di
disumanità e di morte e rivendichiamo la libertà di movimento di tutte le
persone. Non vogliamo vedere più bambini, donne e uomini che si
buttano a mare e agitare le braccia trascinati dalla corrente.
Non vogliamo più piangere morti che stanno lì con la faccia nell’acqua
o sulla spiaggia avvolti in lugubri teli di plastica, e vogliamo mandare a
casa questo governo che scarica le sue responsabilità colpevolizzando le
vittime del naufragio.
Chiediamo:
-il ripristino dell’esperienza di soccorso in mare denominata
“Mare Nostrum” che veda il coinvolgimento di tutta la comunità
europea;
-che vengano rilasciati i visti d’ingresso seguendo le stesse
procedure attivate per i profughi ucraini.
Sabato 4 marzo, ore 17, concentramento a piazza Vittorio Veneto
(Ferrovia) Salerno, volantinaggio lungo corso V. Emanuele e via Mercanti.
Ore 19 sulla spiaggia di Santa Teresa sarà deposta in mare una corona di
fiori per le vittime del naufragio sulla costa calabrese.
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