Peccato che la mail recapitata in questi giorni a parecchi destinatari sia un falso. E che il mittente non sia l’Agenzia delle entrate come riportato dal logo, ma un “soggetto” sconosciuto. Basta un’analisi del testo, come suggeriscono gli esperti della Polizia postale, per capire che non può essere una mail istituzionale. E anche una verifica all’Agenzia delle entrate per confermare che l’ente non comunica in questo modo.
Il testo inizia con un “Gentile cliente”, cosa abbastanza strana dato che l’Agenzia delle entrate scrive sempre “gentile contribuente”. Poi la premessa, in cui si dice che «dall’esame dei dati dei versamenti relativi alla comunicazione delle eliminazioni periodiche Iva, da lei mostrate per il II trimestre 2023, sono emerse alcune incoerenze». E quindi il suggerimento a scaricare un documento cliccando su un link. Cosa, come sottolineano gli esperti «da non fare mai».
Nel testo non mancano altri errori come «le spiegazioni alle sconvenienze riscontrate sono disposti», e un buffo «la presente mail è stata procreata automaticamente». Poi il mittente. La mail appare inviata da “precisazio”, ma controllando bene si scopre che l’indirizzo da cui sarebbe partita è Info@vipbargain.it. Nulla a che vedere con l’Agenzia delle entrate che invece, come sottolineano gli esperti, comunica con canali istituzionali e con mail riconducibili.
«Si tratta di un fenomeno ascrivibile a un sistema che conosciamo bene – dice Ivano Gabrielli direttore servizio polizia postale e telecomunicazioni della Polizia di Stato -, e si manifesta con mail che in apparenza sembrano provenire da Enti pubblici ma in realtà sono inviate da gruppi criminali, molto spesso stranieri, che portano appresso scarsa conoscenza del sistema istituzionale italiano e hanno quindi sgrammaticature che non sono solo nella lingua ma anche nelle richieste che vengono effettuate».
Dall’esperto alcuni consigli per chi si imbatte in queste mail. «Ogni volta che c’è una mail che arriva da ente pubblico è bene fare una sorta di giro del perimetro – aggiunge -, perché gli enti pubblici comunicano con metodi diversi, si fa attraverso pec, e momenti che certificano la provenienza ufficiale e precisa. In secondo luogo bisogna stare attenti al testo che pone incongruenze che debbono essere analizzate ed è necessario stare attenti a elementi che accompagnano la comunicazione mail». C’è poi la questione dell’indirizzo che molto spesso viene camuffato. «Basta passare sopra con il cursore per capire a chi appartiene – aggiunge – se è di un provider gratuito non è certo una mail istituzionale. In ogni caso è bene non scaricare alcun allegato. Per qualsiasi dubbio meglio rivolgersi a un esperto e contattare anche il commissariato virtuale che è in grado di dare supporto e consigli».
Fonte Sole24ore
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