Il futuro Senato sarà sì composto da 100 senatori, di cui 95 eletti dai Consigli Regionali; ma questo numero potrà anche variare ed aumentare di qualche unità seppur per un breve periodo. Lo prevede la formulazione finale dell’emendamento approvato ieri dalla Commissione Affari costituzionali del Senato, secondo quanto si può leggere nei resoconti parlamentari.
La riforma, che riscrive l’articolo 57 della Costituzione, prevede 95 senatori eletti dai Consigli Regionali, di cui due spettanti alla Provincia di Bolzano e due a quella di Trento. La ripartizione dei restanti 91 senatori tra le Regioni “si effettua in proporzione alla loro popolazione, quale risulta dall’ultimo censimento generale”. Ma si presenta un problema: non tutti i Consigli Regionali sono rinnovati contemporaneamente, e così ognuno di essi elegge i propri senatori in momenti diversi, tanto è vero che il Senato non si scioglie mai.
Questo potrebbe però condurre alla situazione che, in base al nuovo censimento, una Regione potrebbe avere diritto a un senatore in più o in meno rispetto al precedente censimento. L’emendamento approvato risolve il dilemma con la possibilità di un numero mobile di senatori: “Quando, in base all’ultimo censimento generale della popolazione, il numero di senatori spettanti a una Regione, è diverso da quello risultante in base al censimento precedente, il Consiglio regionale elegge i senatori nel numero corrispondente all’ultimo censimento, anche in deroga al primo comma del medesimo articolo 57 della Costituzione”, comma questo che fissa in 95 il numero di senatori eletti dai COnsigli Regionali.
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