Domanda obbligatoria sui motivi della partenza: “Non sto a dire quello che non andava. Quando non arrivano i risultati è tutto buio, è tutto nero. Salerno è una piazza che vuole vincere. E’ un pubblico che vuole tanto e dà tanto. Ci sono giocatori che forse non riescono a mantenere le pressioni. Dopo che si vince per due anni di fila, può capitare di non vincere il terzo. La mia è stata una scelta personale dovuta a problemi che sto risolvendo, ma Salerno è Salerno”.
Sul suo stato d’animo: “Sono stato male quando sono andato via. Sono approdato in una società ambiziosa che può raggiungere alti livelli anche se ora allo stadio vengono a vederci in duemila ed a Salerno ce ne stavano anche diecimila in più”.
Quando a Guazzo sono stati chiesti i motivi di quest’annata travagliata, la punta ha spiegato: “Alla fine paga sempre l’allenatore, finisce per essere il capro espiatorio, ma sono i giocatori ad andare in campo”. Si torna successivamente a parlare di questioni extracampo che hanno inciso sulla sua partenza: “Non ho mai capito come mai arrivassero spifferi dall’interno della spogliatoio. Ciò fa male alla piazza ai giocatori ed a tutti. E’ un problema da risolvere. Lo spogliatoio è sacro. Io mi devo fidare dei compagni e di chi ho di fronte. Sono andato via perché devo guardare alla mia salute ed alla mia famiglia. A Salerno sarei rimasto a lungo. Ho sempre dimostrato d’avere attaccamento alla maglia. Spero a fine anno di venire in curva a tifare per la Salernitana nei playoff”.
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