Autonomia, De Luca: “Calderoli nomina “sinedrio” per i lep: si riunirà ogni 10 anni”

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“Apprendiamo dal ministro Calderoli della nomina del Comitato Nazionale incaricato della definizione del Livelli Essenziali delle Prestazioni (Lep). Tale Comitato arricchisce di una nuova unità il milione di acronimi che ci flagellano quotidianamente: nasce il CLEP, Comitato… Ne fanno parte 62 componenti.  Leggendo i nomi, si ritrovano personalità di indiscusso valore nel proprio campo di attività, che per la maggior parte dei designati ha poco a che fare con i Lep. In ogni caso, si tratta non di un gruppo di lavoro, ma di un Sinedrio. E considerato il fatto che per riunire una commissione di concorso di 5 docenti universitari si impiegano in media tre mesi, è prevedibile che il nominato Sinedrio potrà riunirsi in seduta plenaria ogni 10 anni, se va bene”. Lo afferma il presidente della Regione Vincenzo De Luca.

“Avevamo proposto – prosegue il governatore – di affidare l’incarico all’Ufficio Parlamentare di Bilancio, che avrebbe garantito competenze più specifiche e operatività. Ma si è scelto il SINEDRIO. Noi ne accompagneremo comunque l’attività con animo solidale e con commossa partecipazione”.

La denuncia

“Lo hanno chiamato Clep (Comitato per i Lep, i livelli essenziali di prestazione), ma sarebbe più coerente definirlo “comitato nemici del sud”. Lo ha nominato il ministro leghista Calderoli e si compone di 62 persone con una assoluta prevalenza, manco a dirlo, di membri con profonde radici nel Nord del Paese. Tra i componenti del comitato nemici del sud spiccano ben quattro uomini della squadra del governatore veneto Zaia che trattò le intese per l’Autonomia differenziata nel 2018 e nel 2019. Quelle stesse intese che gianfranco viesti definì secessione dei ricchi”. Lo ha dichiarato l’europarlamentare del gruppo greens/efa e segretario del movimento equità territoriale Piernicola Pedicini.

“Non bastasse – prosegue Pedicini – di quello stesso team faceva parte anche la presidente della commissione tecnica fabbisogni standard. È Nelle mani di questi personaggi che il partito dei governatori del nord ha messo il futuro del mezzogiorno d’italia. Ora che l’autonomia non è più solo uno slogan elettorale, abbiamo il dovere di difendere il sud, dando battaglia fino ad arrivare a una separazione, chiedendo nuove competenze e la restituzione dei mille miliardi di spesa pubblica sottrattici in un ventennio”.

“Dobbiamo lavorare per un mezzogiorno protezionista – conclude il segretario del Met – che tuteli le sue risorse e acquisti esclusivamente i suoi prodotti”.

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