L’FDA, l’ente del ministero della Salute USA che si occupa della regolamentazione dei prodotti alimentari e farmaceutici, sarebbe in dirittura di arrivo, salvo nuovi intoppi imprevedibili, per l’approvazione del Tirzepatide, un farmaco che replica l’azione di due ormoni coinvolti nella produzione di insulina.
Secondo uno studio clinico, i pazienti che hanno ricevuto una dose elevata di Tirzepatide hanno perso peso corporeo fino al 21% del loro peso iniziale (di media circa 23 kg nei casi studiati) e cioè più di qualsiasi altro farmaco dimagrante in commercio. Ma il Tirzepatide non è stato progettato per trattare l’obesità; infatti, imita un ormone tradizionalmente ritenuto responsabile dell’aumento di peso.
Il farmaco imita una coppia di ormoni rilasciati dall’intestino che stimolano la produzione di insulina dopo un pasto: la proteina glicogeno-simile-1 (GLP-1) e il polipeptide insulinotropico glucosio-dipendente (GIP). Ma la combinazione dei due ormoni ha mostrato un’azione imprevista e il farmaco alla prova dei fatti ha dimostrato di regolare a lungo termine il glucosio nel sangue e procurare anche un dimagrimento in chi lo assume. Una rivoluzione per chi soffre di obesità e di diabete.
La proteina GLP-1 è già studiata da tempo. Si sa che permette la perdita di peso poiché riduce l’appetito e l’assunzione di cibo ed è un efficace mezzo per combattere il diabete, in quanto stimola la produzione di insulina. Invece l’altro ormone, il GIP, resta un mistero. Dagli studi in possesso il GIP promuoverebbe addirittura l’obesità, guadagnandosi il soprannome di “ormone dell’obesità “. Ad esempio, gli esseri umani con difetti genetici nel recettore GIP hanno maggiori probabilità di avere una massa corporea magra. Pertanto, gli scienziati generalmente credevano che il blocco del recettore GIP avrebbe indotto la perdita di peso; tuttavia, il Tirzepatide stimola il recettore GIP.
L’incognita è che gli scienziati non comprendono completamente i notevoli risultati di perdita di peso procurati dal Tirzepatide. Una teoria è che il Tirzepatide agisca come un nuovo ormone sintetico che innesca processi cellulari leggermente diversi rispetto agli ormoni naturali che dovrebbe imitare, azione per la quale è stato progettato. Ma resta un ormone combinato, con effetti che sul medio-lungo termine rimangono ancora non testati.
In essere vi sono due studi, in parallelo, multicentrici, randomizzati, in doppio cieco, controllati con placebo. Uno dei due studi è già ultimato, l’altro verrà completato entro la fine dell’aprile 2023.
Ma non è una passeggiata. L’immissione di ormoni nel corpo potrebbe comportare altri problemi all’organismo, soprattutto in coloro che hanno avuto in precedenza infiammazioni gravi di vario genere, esponendoli anche a possibili malattie più importanti.
Ma il mercato delle diete è uno dei più fiorenti e in espansione nel globo, aggirandosi intorno al valore stimato di 230 miliardi di dollari.
Solo il mercato del cibo dietetico in Italia vale 4,8 miliardi di euro.
E l’obesità è ormai una vera e propria calamità che conduce alla morte: in Italia ne soffrono 5 milioni di individui, una persona su 10. In più solo nel nostro Paese solo colpiti dal diabete 3,5 milioni di individui. Con la diffusione dell’obesità i numeri dei malati di diabete sono destinati a crescere in modo esponenziale minando però anche la Sanità generale. In questo senso il Tirzepatide sembra avere la strada spianata.
fonte Affaritaliani.it
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