IT-alert, ecco come funziona il sistema nazionale di allarme per le emergenze

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IT-alert è il nuovo sistema di allarme pubblico nazionale realizzato dal Dipartimento della protezione civile che attraverso un messaggio sul cellulare avvertirà la popolazione di un territorio soggetto ad un’emergenza imminente o in corso del rischio che stanno correndo, così da poter prendere i provvedimenti necessari.

Il sistema è in fase di sperimentazione nelle regioni.

 

Ma i vertici della protezione civile avvertono che ricevere i messaggi IT-alert non basta, è necessario informarsi sui rischi del territorio in cui si vive per conoscere le necessarie misure di autoprotezione e portare avanti una corretta “cultura di prevenzione del rischio“. A partire dal 28 giugno in Toscana, passando per la Sardegna il 30, la Sicilia il 5 luglio, la Calabria il 7, fino all’Emilia-Romagna il 10 luglio, milioni di persone riceveranno il messaggio test, ma saranno prima informate tramite una forte campagna di comunicazione, “sono sistemi delicati poiché irrompono nella vita delle persone”, dicono.

L’idea, è quella di “arrivare a una comunicazione diretta al cittadino“, procedendo per gradi: “Abbiamo iniziato nelle province, continuiamo con le Regioni e poi faremo un test nazionale”, conclude Curcio. Entro la fine del 2023 verranno effettuati i test nelle altre Regioni e nelle Province Autonome di Bolzano e Trento. Il sistema, “grazie alla tecnologia cell-broadcast – spiegano – permette di diramare un sms a tutti i telefoni cellulari attivi nell’area geografica a rischio, associato ad un segnale sonoro diverso da quello delle classiche notifiche, avvertendo la popolazione, anche se – sottolineano – non fornisce indicazioni rispetto all’esposizione individuale al pericolo”.

 

Ecco i casi in cui il messaggio non arriva

Il messaggio “potrebbe non arrivare in alcuni casi, ad esempio se è impostata la suoneria silenziosa o se i telefoni sono spenti o privi di campo. Per questo motivo è fondamentale avere un feedback che ci possa aiutare a migliorare il servizio, tramite il questionario da compilare a fine test”, raccomandano. I contesti per cui il sistema dovrà attivarsi sono per “maremoto generato da un sisma, collasso di una grande diga, attività vulcanica, incidenti nucleari o situazione di emergenza radiologica, incidenti rilevanti in stabilimenti e precipitazioni intense”, illustra il capo del Dipartimento della Protezione Civile Fabrizio Curcio.

Il sistema non è ancora operativo, “ma contiamo venga approvato a partire dall’inizio del prossimo anno – afferma il ministro Musumeci – se verranno superate tutte le criticità che finora sono state registrate”. E aggiunge che è “importante ricordare che la sua ricezione non è salvifica ma può apportare ad una consapevolezza civica che consenta di adottare una condotta maggiormente responsabile”.

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