“Accoglienza” e “assistenza” sono due concetti- come riporta il quotidiano “La Città” oggi in edicola – che potrebbero sembrare sinonimi ma che, invece, chiamano in causa due realtà completamente differenti: da una parte la Chiesa con tutte le sue diramazioni, dall’altra le istituzioni pubbliche, a partire dal Comune.
Un conto è rispondere presente alle emergenze, altro è strutturare percorsi di reinserimento abitativo, sociale e lavorativo.
«I dormitori – chiarisce don Flavio – sono strutture emergenziali in cui, nei mesi di freddo, offriamo un pasto caldo, una coperta e un letto.
Ma, una volta terminata l’emergenza, anche confrontandoci con altre strutture della Caritas a livello nazionale, ci siamo resi conto che dovevamo chiudere i centri per tre ragioni fondamentali: c’è la necessità di fare dei lavori di manutenzione, soprattutto all’interno della struttura di via Bastioni, ma vogliamo anche dare uno scossone ai fratelli che frequentano i nostri dormitori e stimolare le istituzioni».
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