L’attività investigativa è nata dall’analisi di anomale operazioni finanziarie poste in essere da una neo-costituita società di consulenza amministrativa, priva di qualsiasi struttura logistico-aziendale, di mezzi e di personale dipendente, la quale, dopo aver variato il proprio oggetto sociale da “altre attività di consulenza amministrativa” a “realizzazione di lavori di edilizia e costruzione di edifici residenziali”, ha iniziato a generare crediti d’imposta per un importo superiore, appunto, a 12 milioni di euro, corrispondenti all’importo di lavori di recupero edilizio, apparentemente eseguiti tra le province di Salerno e Lecce, in favore dei propri committenti.
Le indagini, condotte dalla Compagnia di Agropoli diretta dal cap. Alessandro Brongo, sotto il coordinamento della Procura vallese, hanno permesso di ricostruire l’illecita condotta, consistente nella creazione di fittizi crediti d’imposta, sfruttando il meccanismo di funzionamento del “bonus facciate”.
Nel caso specifico, i finanzieri hanno accertato che la documentazione amministrativa necessaria per accedere all’incentivo, con l’opzione dello sconto in fattura e cessione del credito, veniva artatamente predisposta anche attraverso l’ausilio di professionisti (geometri ed ingegneri), nonché con la consapevole partecipazione dei destinatari dei lavori, tutti, allo stato, indagati.
La tempestività dell’intervento delle Fiamme Gialle di Agropoli e della Procura della Repubblica di Vallo della Lucania ha permesso di interrompere la circolazione di falsi crediti d’imposta per oltre 10 milioni di euro, impedendone la loro futura compensazione in danno dell’erario, nonché di sottoporre a sequestro preventivo disponibilità di conti correnti, di autovetture e di beni immobili per ulteriori 2,5 milioni di euro.
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