Consapevolezza e responsabilità per combattere lo spreco alimentare

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A livello mondiale l’Onu ha calcolato che in un anno sono state buttate 1,3 miliardi di tonnellate di cibo. Uno spreco che genera 3,3 miliardi di tonnellate di CO2, consumo di acqua pari a 250 chilometri quadrati e di suolo pari a 1,4 miliardi di ettari. Si stima che il 13% del cibo vada perso nella catena di approvvigionamento, ossia dal periodo successivo al raccolto e prima della vendita al dettaglio, e un ulteriore 17% venga sprecato nella distribuzione, in famiglia e nei servizi di ristorazione.

In un contesto caratterizzato da maggiori costi e difficoltà nella produzione del cibo e dalla sperequazione nella distribuzione, la FAO ha sottolineato come tutti debbano fare la loro parte per ridurre tale fenomeno.

L’app Too Good To Go ha presentato l’Osservatorio sullo Spreco Alimentare, uno studio realizzato in collaborazione con l’Università di Torino, l’Università degli Studi Roma Tre e Bain & Company Italia per analizzare i comportamenti e la consapevolezza in tema di spreco ed eccedenze alimentari di consumatori, Pubblici Esercizi e Grande Distribuzione Organizzata.

Da quanto emerge dal report il 95% degli utenti di Too Good To Go svolge azioni antispreco quotidiane, ed è attento alla data di scadenza dei prodotti (90%) e consumo di prodotti anche dopo il termine minimo di conservazione, a patto che siano ancora buoni e non deteriorati (83%). A una minore quantità di cibo sprecato corrisponde un minore dispendio di denaro: per il 57% degli intervistati il proprio spreco alimentare equivale ad un costo di meno di 5 euro, mentre per il 40% si aggira tra i 5 e i 25 euro.

La strategia principale adottata per prevenire lo spreco di cibo e prolungare la conservazione degli alimenti è l’utilizzo del freezer (90%), ma anche la lista della spesa svolge un ruolo fondamentale per evitare un surplus nell’acquisto di alimenti. Circa le pratiche antispreco adottate, emerge chiaramente che quella più diffusa consiste nell’acquistare prodotti che si avvicinano alla loro data di scadenza a un prezzo scontato (66,89%). Seguono l’uso di ricette per cucinare con quanto avanzato (53,87%) e la condivisione di cibo (51,70%).

Il 31% dei Pubblici Esercizi intervistati dichiara di sprecare una quantità di cibo equivalente a oltre 400 euro al mese, seguito da un altro 18,5% che riporta una perdita economica tra i 200 e i 400 euro mensili.

Dall’analisi condotta Planeat.eco (startup nata nel 2020 per combattere il food waste) è emerso che fare la spesa alimentare senza spreco costa 160 euro al mese per un single, 350 per una famiglia di quattro persone, e salva dalla pattumiera tra i 3,5 (single) e i 6 kg (famiglia) di cibo.

di Tony Ardito

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