non bastano: è necessario che qualcuno si faccia da parte”. Questa la riflessione di
Aurelio Tommasetti, consigliere regionale della Campania e della Lega, in merito sollevato
dal servizio della trasmissione “Piazza pulita” all’ospedale di Salerno e alle successive
spiegazioni dai vertici aziendali.
“Come si suol dire, la toppa è peggio del buco – commenta Tommasetti – Alla luce di ciò che abbiamo visto, mi riferisco in particolare alle condizioni degradanti in cui sono abbandonati pazienti anche anziani che nel video risultavano anche legati ai letti, attendevamo almeno delle scuse.
Invece dalle parole del manager D’Amato emerge ancora una volta l’intento di voler proteggere solo se stessi. Come si può parlare di strumentalizzazione e di eventi estremamente rari?
Gli episodi documentati dalla trasmissione non dovrebbero mai accadere in un ospedale pubblico che voglia definirsi tale, e a maggior ragione in un’Azienda ospedaliero universitaria che ha il compito di forgiare i medici del futuro e che è parte dell’Università di Salerno”.
Tommasetti stigmatizza inoltre il silenzio della Regione Campania: “Nella sua diretta del venerdì il governatore De Luca, che tecnicamente è pure assessore alla Sanità, non ha fatto il minimo accenno alla vicenda. Il dolore e la sofferenza di quei pazienti non meritano attenzione? Eppure Salerno e il Ruggi sono sulla bocca di tutti e qualcuno dovrà pagare per una vergogna nazionale.
A cominciare dal manager D’Amato da cui si aspetteremmo un passo indietro e non sterili giustificazioni. In mancanza, chiedo l’intervento del ministro Schillaci”.
Il consigliere regionale ricorda la battaglia condotta nei mesi scorsi, a partire dalle dimissioni di Severino Iesu, già primario della Cardiochirurgia d’urgenza all’ospedale salernitano: “Lo smantellamento dell’equipe guidata da Iesu è l’emblema della sanità campana: le eccellenze vengono svilite e costrette a partire, andando ad arricchire altre
strutture.
Come se non bastasse, ci si aspetta almeno che ad un paziente che entra nell’ospedale vengano garantiti gli standard minimi di cura, dignità e decoro. Ma anche su questo, a quanto pare, stiamo toccando il fondo”.
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