Lo sfidante Demetrio Albertini propone invece il seguente programma elettorale: Governance (superamento della logica dei veti, e creazione di due consigli di amministrazione dentro il Consiglio federale ,specifici per professionismo e per dilettantismo, Format Campionati ( Serie A a 18 squadre, Serie B a 20 , Lega Pro a 60 solo se sostenibile finanziariamente), Valorizzazione dei giovani ( in serie A rosa di 25 calciatori di cui 10 cresciuti nei vivai) , Calcio di base ( Interagire con le scuole per il reclutamento dei giovani calciatori), Coverciano ( Corsi specifici per allenatori dei settori giovanili) ( fonte La Gazzetta dello Sport).
Entrambi i candidati, oltre a non “prevedere” nessun intervento a favore dei tifosi e del l’azionariato popolare, non evidenziano nessuna tematica propositiva riguardo gli aspetti “economico-finanziari” e del “fair play finanziario” dei club di serie A, B e Prima Divisione.
In merito al rilancio dell’azienda calcio e’ intervenuto anche l’ex Commissario Tecnico della Nazionale Arrigo Sacchi.( fonte La Gazzetta dello Sport).
Secondo Sacchi per motivare i club di calcio bisognerebbe rendere operativa la seguente ricetta:1) Obbligo per le societa’ di costruire stadi moderni di proprieta’, 2)Maggiore severita’ in tema di bilanci societari e relativa pianificazione a lungo termine, 3)Club Italia con finalita’ di coordinamento settore giovanile e scolastico, 4)Istituzione di un supercorso della durata di un’anno, 5)Seconda squadra come in Francia, Spagna, Germania ed Inghilterra, 6)Centri Federali organizzati per allenamenti giocatori dilettanti Lega Pro Under 13/14, 7)Normativa di tutela dei calciatori italiani settori giovanili.
Ritornando all’’azionariato popolare, lo stesso in Italia (come in Europa), modifica il profilo del tifoso che da “consumatore del prodotto calcio” passa a quella di “finanziatore del capitale sociale” della propria squadra del cuore.
Allo stato sia l’Unione Europea che l’Uefa stanno indirizzando ai governi europei ed alle federazioni di riferimento “progetti aziendali” riguardanti i “supporters trust “.
Ma per i tifosi qual’e’ il punto di equilibrio tra “risultati aziendali e risultati agonistici”?
Per le societa’ di calcio, tale punto di equilibrio non puo’ prescindere dalla “funzione di ricavo” legata ai tifosi .
Tifosi “aziendalisti” e “tifosi ultras”risultano avere due modi differenti di “amare” la propria squadra del cuore.
Il tifoso “aziendalista” partecipa agli eventi agonistici e parimenti s’interessa anche degli aspetti societari del proprio club, il tifoso “ultras” preferisce invece, godersi e motivare il risultato agonistico rispetto a quello aziendale.
“Tifosi aziendalisti” per vincere la sfida al calcio austerity!!!
Antonio Sanges – Dottore Commercialista
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