Sanità, Cgil: “Manovra Governo mette in fuga i medici, sciopero il 17 novembre”

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La manovra del Governo Meloni prevede la revisione delle aliquote di rendimento previdenziali per le pensioni liquidate dal 2024, delle quote di pensione retributive in alcune gestioni previdenziali del comparto pubblico e più precisamente degli iscritti alla Cassa per le pensioni ai dipendenti degli Enti locali (Cpdel), alla Cassa per le pensioni dei sanitari (Cps)

I tagli, secondo uno studio della Cgil, riguarderebbero a regime circa 700mila persone e oscillerebbero da oltre 4.320 euro l’anno nel caso di una retribuzione lorda di 30mila euro a quasi 7.390 euro con un stipendio lordo di 50mila euro.

Per questo motivo – scrivono in una nota Antonio Capezzuto (segretario generale FP CGIL SALERNO), Francesco Bruno (coordinatore Medici Ruggi d’Aragona)e Massimiliano Voza (coordinatore Medici ASL Salerno) – i medici della FP CGIL scenderanno in piazza il 17 novembre per lo sciopero generale nazionale dei servizi pubblici.

La misura è colma anche perché si toccano i diritti acquisiti e di fatto si favorisce un pericoloso esodo dei professionisti dal Servizio sanitario nazionale. Si riducono le aliquote di rendimento dei contributi versati prima del 1996 colpendo quasi il 50% del personale attualmente in servizio con una perdita stimabile tra il 5% e il 25% dell’assegno pensionistico annuale, da moltiplicare per l’aspettativa di vita media. É inaccettabile!
Se non si interviene con urgenza il governo sarà responsabile del fallimento del Servizio sanitario nazionale, perché c’è il rischio della fuga in pensione di migliaia di medici in tutta Italia.

Per una pensione di vecchiaia nel 2024, con 35 anni di contribuzione e 67 anni di età ed una retribuzione di 30.000 euro annui lordi, si può raggiungere un taglio di 4.432 euro all’anno, che se proiettato fino all’attesa di vita media raggiunge un mancato guadagno pari a 70.912 euro. Invece, dati CGIL, con una retribuzione lorda di 40.000 euro, il taglio potrebbe raggiungere 5.910 euro all’anno, che se proiettato fino all’attesa di vita media si arriverebbe ad un taglio complessivo pari a 94.560 euro. Ancora più alto il taglio previsto nel caso di una retribuzione di 50.000 euro, dove la decurtazione annua peserebbe per 7.387 euro, con un taglio complessivo calcolato sull’attesa di vita media pari a 118.192 euro.

Questo Governo è stato capace di peggiorare la Legge Fornero, che in campagna elettorale aveva annunciato di voler completamente abolire. Ad essere abolito e distrutto è il sistema sanitario nazionale, colpendo il personale medico a fronte della necessità invece di investire su assunzioni, salari e attratività del sistema pubblico.

Entro il 2030 cesseranno dal servizio 49 mila medici, il 44% dei 112 mila attualmente in servizio. Serve prevedere nuove assunzioni, non solo per il turnover, ma per garantire i Livelli essenziali di assistenza. Una dinamica peraltro che non tiene conto della fuga dei medici dal Ssn, dovuta alle pessime condizioni di lavoro e alle retribuzioni.

Pertanto saremo in piazza a Napoli il giorno 17 novembre“.

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