Spesa sanitaria: l’Italia al di sotto della media dei Paesi Ocse (di Tony Ardito)

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La nuova edizione del rapporto Health at a glance, che fotografa lo stato del sistema salute nei Paesi Ocse (Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa), non riporta notizie lusinghiere per l’Italia. Gli investimenti per il settore sanitario risultano sotto la media, sia come spesa pro capite che in rapporto al Pil. Per l’aspettativa di vita alla nascita: scivoliamo al nono posto dal terzo della precedente edizione con una media di 82,7 anni insieme al Lussemburgo.

Il tasso di mortalità evitabile – che ci colloca al settimo posto con 146 decessi per 100mila abitanti – è ampiamente al di sotto della media. Contraddittoria invece la situazione relativa al personale; abbiamo tanti medici, ma una profonda carenza di infermieri: i primi sono 4,1 ogni mille abitanti (sopra la media che è 3,7), mentre i secondi appena 6,2 ogni mille (in questo caso la media è addirittura 9,2).

Bassa è la spesa sanitaria: 4.291 dollari pro capite, sotto la media di 4.986 dollari. Il tema è che gli altri grandi Paesi europei impiegano quasi il doppio delle risorse pro capite. La Germania 8mila dollari e la Francia 6.630. Siamo appaiati alla Spagna, che spende invece 4.432 dollari.

Stessa situazione in rapporto al Pil: il nostro Paese destina il 9% del prodotto interno lordo alla sanità. Poco sotto il 9,2% della media, ma di nuovo profondamente lontana dal 12,7% di Berlino o dal 12,1% di Parigi.

E ancora, l’8,1% di popolazione sopra i 15 anni in condizioni di povertà relativa alla salute, non è in grado di provvedere dignitosamente ai propri disturbi e alla prevenzione necessaria (la media è 7,9%); un dato relativamente confortante e da ridurre sensibilmente.

In Italia il 63% dei farmaci, esclusi quelli impiegati durante i ricoveri e nelle strutture sanitarie, è di fatto pagato dallo Stato, sopra la media del 58%, con una spesa pro capite di 692 dollari. I cittadini ci mettono il rimanente 37%.

In merito ai farmacisti, lungo lo Stivale il numero pro capite è di 128 per 100mila abitanti, siamo il terzo Paese Ocse: ce ne sono di più solo in Giappone e in Belgio. Le farmacie sono invece 33 per 100mila abitanti, anche in questo caso sopra la media che è di 28.

Male per ciò che concerne l’utilizzo dei più economici farmaci generici: costituiscono solo il 27% di quelli venduti rispetto a una media Ocse del 54%. Una forchetta legata pure alla mancanza di incentivi per i medici e alla mancanza di fiducia dei consumatori, del tutto ingiustificata.

di Tony Ardito

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