Le MICI, però, che sono già patologie complesse, hanno oggi un problema nel problema: i bambini. Se ne parla poco, ma secondo i dati della Società Europea di Gastroenterologia Pediatrica, ESPGHAN, un quarto di tutti i pazienti sono in età pediatrica,. Per questo motivo una delle società scientifiche che si trovano a svolgere un ruolo tra i più rilevanti nell’Alleanza MICI – IBD, è la Sigenp: Società Italiana di Gastroenterologia Pediatrica che si occupa specificamente (ed è l’unica, tra le altre) di bambini. Che rappresentano, come abbiamo detto, il 25% di tutti i pazienti. “Curarli e assisterli” afferma il professor Claudio Romano, Presidente Sigenp “pone problemi molto più complessi di quanto possa sembrare. Per esempio, diagnosticare tempestivamente la malattia, cosa non sempre facile nei bambini, sarebbe assolutamente necessario perchè le conseguenze delle MICI su un organismo in fase di sviluppo sono serie: il malassorbimento causa deperimento generale e di conseguenza disturbi della crescita, sia per quanto riguarda il peso che la statura. Ma la diagnosi purtroppo, in Italia come nel resto d’Europa, solitamente viene fatta con un ritardo di 3-6 mesi. Manca lo screening. E anche quando la situazione clinica diventa chiara, anche la scelta delle terapie non è agevole: i farmaci tecnologici più recenti sono sperimentati sugli adulti e quindi non hanno una chiara indicazione pediatrica. Solo alcuni possono essere somministrati ai bambini, e questo va fatto con grande prudenza, cautela e direi esperienza. Il medico deve valutare caso per caso”.
Ci sono poi altre esigenze quotidiane specifiche dei piccoli pazienti, che non sono autonomi come gli adulti. Si pensi solo alla necessità che gli insegnanti, a scuola, conoscano il problema e, nei periodi di recidiva, capiscano e vadano incontro alle necessità del bambino con malattia infiammatoria. “Inoltre, ci sono anche alcune cautele alimentari di cui si parla poco ma che tutte le famiglie di bambini con Ibd dovrebbero conoscere” dice il dottor Matteo Bramuzzo dell‘IRCCS Burlo Garofolo di Trieste, Responsabile dell’area Ibd della Sigenp: “nelle fasi acute della malattia, in cui i sintomi si manifestano, eliminare determinati alimenti particolarmente processati e complessi, e assumere piuttosto specifiche bevande ad elevato contenuto nutrizionale e calorico, aiuta a ridurre lo stato infiammatorio”.
“Di sicuro” conclude il professor Romano “il problema delle MICI nei bambini, malgrado la sua importante diffusione, finora è stato abbastanza misconosciuto. Per questo come SIGENP aderiamo con entusiasmo alla creazione dell’Allenza sostenuta dal Gruppo Interparlamentare. Dobbiamo fare il possibile per avere diagnosi più tempestive, farmaci adeguati e soprattutto far conoscere l’esistenza stessa di queste malattie a genitori, educatori e chiunque abbia a che fare con i bambini. Questa Alleanza può aiutare molto”.
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