A parte il massimo di spese detraibili, tutto il resto rimarrà uguale anche nel 2024. Le spese agevolabili saranno quindi le stesse di adesso, cioè quelle sostenute per l’acquisto di mobili ed elettrodomestici per arredare un immobile su cui però vanno svolti anche interventi di ristrutturazione (o di recupero del patrimonio edilizio)
A specificare i mobili che rientrano nell’ambito del bonus è stata l’Agenzia delle Entrate. Tra questi: armadi, librerie, cassettiere, letti, materassi, sedie, poltrone, divani, tavoli, scrivanie, credenze e anche apparecchi illuminanti
Ci sono poi gli elettrodomestici. In questo caso bisogna stare attenti alle classi energetiche. I frigoriferi e i congelatori non devono scendere sotto la F; le lavatrici, le asciugatrici e le lavastoviglie non devono scendere sotto la E. I forni elettrici vanno bene solo se non inferiori alla classe A
A questi si aggiungono poi le stufe elettriche, i forni a microonde, i piani di cottura a induzione, le piastre elettriche riscaldanti, i radiatori elettrici e i condizionatori. Nel totale detraibile si includono anche le spese di montaggio e di trasporto per gli acquisti
Esclusi dal bonus sono invece tende, tendaggi, porte e pavimentazioni, come il parquet
La detrazione è fruibile in dichiarazione dei redditi e va ripartita in 10 quote annuali, tutte dello stesso importo
Per poter beneficiare delle spese sostenute devono essere tracciabili. Non sono ammessi quindi pagamenti in contanti o assegni bancari, ma solo bonifici oppure carte di debito e credito
La detrazione è ammessa anche se i pagamenti sono stati effettuati con finanziamento a rate. Ma solo se la società che lo ha erogato paga il corrispettivo nello stesso modo
Altro elemento da tenere bene a mente: si può usufruire dell’agevolazione solo se la data di inizio dei lavori sull’immobile è precedente a quella in cui sono sostenute le spese per l’acquisto dei mobili e dei grandi elettrodomestici
L’Agenzia delle Entrate ricorda di conservare sempre l’attestazione del pagamento (ricevuta del bonifico, ricevuta di avvenuta transazione, per i pagamenti con carta di credito o di debito, documentazione di addebito sul conto corrente) e le fatture di acquisto dei beni che riportano la natura, la qualità e la quantità dei beni e dei servizi acquisiti. Lo scontrino con il codice fiscale dell’acquirente (insieme all’indicazione della natura, della qualità e della quantità dei beni acquistati) è equivalente alla fattura
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