Dopo una fruttuosa collaborazione con la Chirurgia fetale dell’ospedale pediatrico Bambino Gesù, guidato dal dottor Leonardo Caforio, il reparto ha recentemente inaugurato un nuovo capitolo di innovazione grazie a una partnership con il Children’s Hospital di Philadelphia, negli Stati Uniti.
Il progetto, fortemente voluto dal dottor Polichetti, mira a potenziare le attuali procedure di chirurgia fetale e a ridefinire il modo in cui concepiamo la vita fetale. Le ultime ricerche condotte presso il centro di Philadelphia hanno rivoluzionato l’approccio ai bambini gravemente prematuri, trattandoli come feti anziché neonati. In un modello animale, i ricercatori hanno creato un ambiente unico simile all’utero, ricco di liquido, che potrebbe rappresentare una svolta nel passaggio critico dal grembo materno al mondo esterno, riducendo la mortalità e la disabilità per i neonati estremamente prematuri.
L’innovativo sistema, denominato Extend, cerca di replicare il più fedelmente possibile la vita nell’utero, basandosi sulla conoscenza derivata da precedenti ricerche neonatali. Sebbene non ancora pronto per l’applicazione clinica, i ricercatori puntano a integrare questa tecnologia nelle unità di terapia intensiva neonatale entro il prossimo decennio, fornendo un sostegno vitale ai neonati estremamente prematuri.
Il professor Alan W. Flake, direttore del Center for Fetal Research del Children’s Hospital di Philadelphia, ha accettato di condurre uno studio proposto dalla dottoressa Maria Antonietta Castaldi, Research Collaborator presso il Fetal Research Center del Children’s Hospital di Philadelphia, nell’ambito dell’Exchange Visitor Program (Evp). Attualmente unico al mondo, il modello Extend promette risultati che potrebbero avere un impatto globale sulla salute neonatale.
Questa collaborazione internazionale sottolinea l’impegno continuo dell’Azienda ospedaliera universitaria “San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona” di Salerno nel promuovere l’innovazione e la ricerca nel settore della gravidanza a rischio, aprendo la strada a nuove frontiere nella cura dei neonati prematuri.
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