Un successo, quello ottenuto al Via del Mare grazie alle reti di Boulaye Dia e del centrocampista olandese Tony Vilhena, oggi in forza al Panathinaikos, che sembrava potesse scacciare definitivamente la crisi – come riporta oggi il quotidiano “Le Cronache” consultabile online – in cui era incappata la compagine all’epoca diretta ancora da Nicola e che invece rappresentò l’ultima gioia per il tecnico piemontese a Salerno prima del traumatico divorzio consumatosi qualche settimana dopo in seguito alla caduta di Verona.
Da quel momento si accomodò sulla panchina della Salernitana Paulo Sousa il quale diede la sterzata decisiva, riportando i granata in acque tranquille e conquistando l’obiettivo salvezza.
Il tecnico portoghese ci riuscì, comunque, senza mai portare a casa l’intera posta in palio da una trasferta. Tanti pareggi, anche prestigiosi come quelli colti a Milano contro i rossoneri ed a Napoli contro i futuri campioni d’Italia, ed un paio di sconfitte indolori, a Empoli ed a Cremona, che non minarono il bel percorso di Candreva e compagni.
E quest’anno il cammino lontano dall’Arechi era iniziato sulla stessa falsariga per la Salernitana. Esordio all’Olimpico contro la Roma e vittoria sfumata soltanto nel finale a causa del solito errore difensivo su palla inattiva che favorì la rete del 2-2 di Andrea Belotti.
Poi quattro sconfitte consecutive in trasferta contro il Lecce, l’Empoli, il Monza ed il Genoa. Una striscia negativa interrotta grazie al pareggio ottenuto due giornate fa a Reggio Emilia contro il Sassuolo per 2-2, quando i granata di Pippo Inzaghi sprecarono il doppio vantaggio ottenuto grazie all’uno-due di Ikwuemesi e Dia facendosi rimontare dalla doppietta di Thorsvedt .
Ora per la Salernitana è tempo di infrangere il tabù in campo esterno, provando a strappare l’intera posta in palio alla Fiorentina, domenica prossima allo stadio Franchi.
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